A CASA I DIRIGENTI SENZA CONTRATTO”: PICCIOLO INDICA LA NUOVA RIFORMA SICILIANA

Beppe Picciolo

La prossima riforma del Governo siciliano? Fare fuori i dirigenti improduttivi. A proporlo, il deputato regionale messinese Beppe Picciolo (nella foto): “La Sicilia non rimanga fuori dalla riforma della pubblica amministrazione annunciata dal premier Renzi”.

“I principi generali della riforma – prosegue il presidente del nuovo Patto dei moderati per le riforme, oltre che capogruppo del Democratici riformisti per la Sicilia – valgano così come per lo Stato, nelle Regioni e nei Comuni. Non ci si trinceri mai più dietro quello pseudo autonomismo fatto solo di privilegi. Valga dunque anche il Sicilia la regole che un dirigente senza contratto per oltre due anni possa andare in mobilità e poi fuori ruolo, se non ritenuto idoneo, senza più gravare sulla casse pubbliche. Mentre la mobilità dei dipendenti diventi fatto concreto per sbloccare i transiti verso enti con sofferenza in pianta organica. Ci sia quindi semplificazione nelle procedure e si dia questa facoltà agli amministratori locali che valuteranno le esigenze degli. Sia questa della pubblica amministrazione la prossima vera riforma del governo regionale”.

Dello stesso orientamento, quanto meno stando alle ragioni di fondo, è Nello Musumeci, presidente della commissione regionale antimafia ed ex candidato alla carica di Governatore per il centrodestra: “In tempi di contenimento della spesa pubblica, anche in Sicilia la politica e la burocrazia hanno il dovere almeno morale di improntare la propria azione alla sobrietà. Al di là dei cavilli giuridici e di rivendicazioni più o meno deboli, la materia va rivista radicalmente, fissando un tetto ragionevole e comunque in linea con i parametri stabiliti dal governo nazionale. Credo sarebbe opportuno adeguare il trattamento economico di deputati e dipendenti regionali alla quantità ed alla qualità del lavoro prodotto da ciascuno. Il trattamento generalizzato, infatti, crea demotivazione nei più volenterosi e premia la pigrizia e l’incapacità di tanti”.

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