Cast Away On The Movie è la parafrasi del titolo di un bellissimo film coreano, Castaway On The Moon, che vidi in maniera assolutamente casuale qualche anno fa, grazie al fatto che vinse nel 2010 uno dei migliori festival italiani, il Far East Film Festival di Udine.
Un film bellissimo, sorprendente, delicato, profondo, girato in maniera impeccabile, la cui storia non si può raccontare, la si deve vivere attraverso le immagini che il regista ci ha voluto regalare.
Da un paio di anni questo capolavoro è disponibile anche in italiano, con il titolo Naufrago Sulla Luna che, benché sia la traduzione letterale, non rende l’idea della sfumatura insita in quel “Castaway“.
Facendo il lavoro che faccio, cioè gestire una multisala, mi capita spessissimo di dover affrontare il problema di cosa proporre al mio pubblico: se è vero che il 90% della programmazione di un cinema è figlia di obblighi contrattuali e obblighi di mercato, è anche vero che ci si riesce a ritagliare un piccolo spazio dove è possibile svestirsi dagli abiti di puro imprenditore e vestire quelli di operatore culturale.
Esiste un universo parallelo che non viene quasi per nulla considerato dai media tradizionali (e forse un pochetto se ne sbatte pure dei media tradizionali), che contiene al suo interno delle opere spesso molto più valide del classico blockbuster, o della classica commedia; e mi limito a considerare solo il lato della faccenda che riguarda l’intrattenimento, ma ci sarebbe anche da aprire una enorme parentesi che riguarda l’artisticità di un film (cosa che però non faremo in questa sede).
Da tutte queste considerazioni nasce il progetto Cast Away On The Movie: ogni anno, nel periodo estivo, avremo modo di esplorare uno di quegli universi di cui parlo, con lo scopo di dimostrare come esista una maniera intelligente di divertirsi al cinema, e di dare visibilità e dignità a dei prodotti che francamente meritano di essere visti, proprio perché in grado di intrattenere ed allo stesso tempo lasciare qualcosa allo spettatore anche dopo la visione, discostandosi comunque da quello che, purtroppo, viene comunemente considerato come cinema d’autore, che spesso è solo un cinema noioso (che però non si dice che altrimenti si fa brutta figura).
Il primo anno della rassegna si focalizzerà sui documentari, grazie anche alla collaborazione di I Wonder Pictures, coraggiosa casa di distribuzione bolognese che fa del documentario il suo punto di forza.
E’ stata una scelta difficile, perché da un lato ho una serie di titoli straordinari (e mi auguro che ve ne renderete conto in prima persona), dall’altro un pregiudizio sul genere documentario che possiamo sintetizzare più o meno così:
Il documentario è un genere cinematografico in tutto e per tutto, e c’è stato un periodo che sembrava fosse stato sdoganato grazie a Michael Moore e al suo Bowling A Columbine e ai suoi film successivi; ma non ci fu un vero e proprio seguito a quel successo e il documentario tornò ad essere un genere di nicchia, fino a questi ultimi anni: recentemente, grazie anche alla digitalizzazione delle sale che ha moltiplicato gli spazi, sembra che il genere sia rinato: abbiamo avuto ultimamente una produzione ed una distribuzione di documentari di altissimo livello che sembra avere un respiro abbastanza ampio da permettere al genere una crescita più solida rispetto al passato.
La rassegna partirà il 26 giugno alla Multisala Iris con EU 013 L’Ultima Frontiera di Alessio Genovese, che sarà nostro ospite sabato 28 giugno.
Approfondiremo il dibattito che Messinaora.it, media partner dell’evento, ha organizzato il 28 giugno, e approfondiremo ogni film della rassegna.
Il prezzo del biglietto è di 5€ per tutti.
Per info sugli orari potete consultare il sito del cinema: www.multisalairis.it, la pagina fb del cinema: https://www.facebook.com/multisalairis?ref_type=bookmark o anche telefonare al numero 090 395332.
Qui di seguito la locandina della rassegna con i film in programma: