Il Comitato Pendolari dello Stretto risponde a Vincenzo Franza, il quale questa mattina aveva rispedito al mittente le critiche sulle tariffe Caronte & Tourist, definite esose dall’amministrazione comunale.
“Prendendo spunto di una frase dell’ A.D della Caronte – scrive il Comitato – così come riportata dalla stampa: <Non sappiamo chi è l’assassino ma sappiamo con certezza chi è la vittima: la verità>, noi aggiungiamo al posto della “verità” che la vittima del caro prezzo del traghettamento è solo e soltanto l’utenza. Prova ne è stata il rincaro del 150% del biglietto dei passeggeri il 1° luglio 2010, allorquando è partito il servizio “Metromare”. In quel periodo è stato detto dalla compagnia Caronte che non voleva fare concorrenza a Metromare quindi avrebbe adeguato il costo del biglietto a quello dei mezzi veloci, altrimenti l’utenza si sarebbe riversata sulle navi della Caronte”.
Vincenzo Franca ha anche definito “mostri” coloro che denunciano le tariffe esose e per questo “noi siamo onorati di appartenere – si legge nel comunicato – ai mostri franziani”. I Pendolari dello Stretto non comprendono poi le tariffe a tempo: ”Superato il terzo giorno si è costretti ad un esborso di 74 euro. Veniamo considerati alla stregua di Turisti in patria”. C’è però un punto che “accomuna” i pendolari e Franza: le carenze dello studio fatto dagli stagisti. Per il comitato ci sono lacune poiché non si pensa al non-stop delle navi che viaggiano 24 ore al giorno sempre a regime di carico. “In nessuna delle 175 tratte prese in considerazione crediamo esista la peculiarità che esiste nello Stretto, cosi remunerative per la quantità di mezzi trasportati e per la quantità di denaro da pagare per l’attraversamento”.
“La buona fede della Giunta Accorinti – conclude il Comitato – dovrebbe agire sul Governo Nazionale per una discontinuità vera con l’attuale presente per quanto riguarda il traghettamento. Tutto ciò lo diciamo non per difesa d’ufficio, ma per amore di verità, anche se abbiamo apprezzato che per la prima volta si è parlato di un argomento cosi spinoso”. (SIMONE INTELISANO)