Santo Stefano di Briga vuole tornare a essere un Comune autonomo, totalmente indipendente da Messina. A svelare tutti i retroscena di questa iniziativa, davanti alle telecamere di Messina Ora, è Antonino Crupi, del Comitato per la ricostruzione del Comune di Santo Stefano di Briga.
Crupi, intervistato proprio davanti al rudere che un tempo ospitava il municipio, ricorda che Santo Stefano è stato Comune autonomi fino a 13 aprile 1928. A sopprimerlo, insieme a tanti altri, “una legge fascista”. “Siamo disponibili a collaborare con l’amministrazione comunale – dice – a sensibilizzarla, ai fini di ottenere l’autonomia”.
Il Comitato è stato costituito il 27 aprile scorso tramite “un’assemblea paesana”. E’ il primo tentativo dal 1928: “Nel 1954 è stata approvata una legge che dava la possibilità di ricostituirsi ai Comuni soppressi ma qui non si è mai arrivati a un’assemblea, magari anche per ignoranza”. Oggi le cose sono cambiate.
Tanti i problemi di Santo Stefano, dalla manutenzione e lo spazzamento delle strade all’acquedotto civico privo di manutenzione, dal dissesto idrogeologico al cimitero inutilizzato, fino al trasporto pubblico.
“L’autonomia politico – amministrativa permetterebbe di gestire i proventi delle imposte – conclude Crupi – inoltre otterremmo un milione 250mila euro l’anno di trasferimenti statali e regionali. Attualmente, delle tasse versate, non ci torna quasi niente in servizi”. (@AndreaCastorina)