La incontriamo davanti il Municipio a mezz’ora circa dall’incontro pubblico organizzato da Lucy Fenech che ha per oggetto il regolamento per la concessione dei pass disabili e le concessioni di aree di parcheggio riservate. Si chiama Monica Subba e scambiamo quattro chiacchiere insieme sulle barriere architettoniche, quelle stesse a causa delle quali non può entrare a Palazzo Zanca questo pomeriggio.
L’unica via d’accesso munita di pedana infatti è porta Antonello e, trattandosi di un lunedì pomeriggio, suddetta porta è chiusa!
Bisogna richiedere l’intervento degli agenti di Polizia Municipale di turno perché si fruisca dell’unica via d’ingresso possibile a chi ha difficoltà o impossibilità a deambulare. Grazie all’intervento immediato di due agenti della PPMM la situazione rientra subito.
“Il vero problema in questa città sono le barriere mentali, ben più pericolose e gravi di quelle strutturali”, commenta la sig.ra Subba che denuncia una condizione evidente: “siamo sempre costretti a chiedere qualcosa come se non si trattasse di nostri semplici diritti”. La signora, presente al confronto che si è tenuto in Aula Consiliare, ha lamentato una mancanza di attenzione da parte del primo cittadino, reo d’aver garantito tre mesi addietro la propria assoluta disponibilità a fare una “passeggiata in carrozzella” e oggi pressocchè scomparso!
“Le prime barriere architettoniche sono state abbattute grazie a 12.000 firme raccolte da me e i miei ragazzi anni fa”, risponde Accorinti ai rappresentanti delle associazioni di disabili che lo incrociano nei corridoi del Municipio.
“Non tutti qui dentro fanno ciò che gli spetta, non tutti collaborano e questo purtroppo si traduce in enormi ritardi a volte ma noi non ci fermiamo e andiamo avanti. Voi però dateci una mano, dobbiamo lavorare insieme”, continua il primo cittadino. La questione portoni chiusi è francamente vergognosa ma ha una ragione d’essere. Abbiamo chiesto ai dipendenti comunali che hanno chiarito “il Palazzo è aperto al pubblico il martedì e il giovedì nel pomeriggio. Il problema si pone nel momento in cui, tecnicamente, il Comune dovrebbe essere chiuso ma si svolgono comunque incontri e attività al suo interno. Ci sono soltanto due agenti di polizia municipale a controllo dell’ingresso, come si può pensare di tenerne aperti due sempre, compreso quando non dovrebbe essere di fatto attivo?”
Niente da eccepire e si badi, mai fermarsi al substrato perché in questa situazione non ci sono solo nette colpe. Certo, se le infrastrutture pubbliche fossero tutte adeguate a quei diktat che si impongono -ad esempio- ai privati, la questione sarebbe risolta. Ma in tal caso subentra un’altra questione, quella economica e, si sa, le casse municipali languono!
“Vorrei che questa città fosse realmente vivibile”, conclude la sig.ra Subba. “Purtroppo” la civiltà passa dall’educazione della comunità e, siamo sinceri, in quanti ritengono prioritario consentire ad un disabile di spostarsi liberamente, autonomamente e da solo in città? Nella scala delle urgenze, la stragrande maggioranza dei normodotati pensa prima ad altre voci (altrettanto urgenti, per carità). Bè a quanti si indignano per questi diritti violati non possiamo che dedicare un sorriso e sperare non siano tra quei buonisti della domenica che lasciano in sosta l’auto sullo scivolo del marciapiedi, perché tra il popolo dei messinesi i perbenismi sono moltissimi ma il vero senso di solidarietà francamente scarseggia. Ecco: partiamo da questo! (@Eleonora Urzì)