La priorità è la famiglia. Questo emerge dalla conferenza stampa indetta stamani dal gruppo consiliare dell’Udc e svoltasi nell’Aula che ospita le sedute del civico consesso di palazzo Zanca. Quello stesso consesso che a breve dovrà pronunciarsi sull’istituzione del registro delle unioni civili, proposta dal sindaco Renato Accorinti. Che la questione avrebbe alzato un polverone immenso era fuor di dubbio, come del resto è scontato avvenga specie per temi così delicati che, spesso, dividono l’opinione pubblica; arrivano “primi” nella corsa al dibattito gli scudocrociati che hanno chiarito a stampa e curiosi presenti la propria posizione in merito.
Il tema è controverso e mette insieme una serie di questioni: da quelle etiche a quelle giuridiche, le sociali e, incredibilmente, anche quelle economiche. Già, i soldi, quelli che mancano nelle famiglie e per le famiglie, devono essere trovati d’urgenza per mettere in piedi politiche sociali che siano davvero a tutela delle famiglie. La questione è: quali famiglie? Quelle tradizionali che vanno “rivalutate” e che costituiscono il “nucleo della società civile”, come sottolinea la consigliere Carmelina David, secondo la quale “le forze politiche non devono cedere alla frangia della società che preme per le unioni civili”. Secondo l’esponente Udc “indebolendosi il nucleo familiare tradizionale”, il quale risente enormemente della crisi che la società sta patendo ormai da anni, “ viene meno il contesto sereno in cui crescono i bambini”.
E’ il presidente della commissione bilancio ad illustrare appieno gli argomenti a supporto della posizione del gruppo consiliare (vedi articolo) , il quale non fornirà il proprio appoggio alla proposta del primo cittadino. Secondo Franco Mondello si tratta di “un concetto nuovo basato su semplici autocertificazioni”; di fatto è la stessa Costituzione italiana (art.117) a riservare la potestà legislativa allo Stato, come da più parti ribadito; ergo si tratterebbe di una mera lista senza alcuna rilevanza effettiva. Una manovra propagandistica per imbonire alcune “frange della società”, insomma, per dirla alla David.
Maria Perrone ci tiene a chiarire la faccenda della bocciatura della proposta in Commissione: “non perché mancasse il sindaco e quindi qualcuno volesse operare un atto di ritorsione, ma perché di fatto non avevamo un interlocutore a cui chiedere chiarimenti in merito. Abbiamo rimandato tutto al Consiglio Comunale e ci auguriamo che, quando si discuterà l’argomento, il proponente sarà presente”. E’ la presidente della discussissima (in questi giorni) IX commissione a suggerire la creazione di un fondo per le neomamme che non possono usufruire della maternità e per quelle single under25 che, coraggiosamente, decidono di portare avanti le gravidanze pur non avendo, di fatto, strumenti per sostenere se stesse e il proprio bambino.
“Incentiviamo l’occupazione femminile, sosteniamo il progetto delle mamme di giorno”, continua. Tanto per intenderci, trattasi di figure professionali -dette tagesmutter– con funzioni di assistente all’infanzia e che accudiscono i bambini presso il proprio domicilio. Una sorta di ponte tra la baby sitter e la maestra d’asilo che opera in casa propria. Anche Libero Gioveni si occupa di asili nido, proponendo misure per far aumentare da 90 a 200 i posti disponibili per i bambini di età inferiore ai 3 anni.
Presente stamani il presidente del partito, l’onorevole Gianpiero D’Alia che ritiene si debba intervenire d’urgenza sul carico fiscale che le famiglie sopportano e operare nel loro interesse. La ciliegina sulla torta, però, arriva dal consigliere Andrea Consolo che, se ci si basasse solo sul suo intervento, farebbe pensare ad una conferenza stampa che usa il pretesto del tema in discussione solo per un po’ di visibilità in odor polemico. Di fatto, chi l’ha seguita per intero può garantire non sia così. Il medico attacca l’Amministrazione, rea di essere “assente e lontana”, ma non risparmia neanche la stampa, colpevole di non mettere in evidenza le mancanze che questa Giunta ha verso la città. Qualche giornalista presente ha ritenuto di contraddirlo e rispondere a tono all’accusa, tacciandolo di leggere solo “alcuni giornali”, evidentemente.
Qualcun altro si è limitato, con sorpresa, a scoprire che il consigliere in questione ha un volto e una voce e non è solo un nome iscritto assai di frequente tra gli assenti durante le sedute di consiglio. E non passa inosservato il fatto che l’Udc appare diversamente posizionato in merito alla questione, giacché in altri comuni persino il partito dei centristi ha votato favorevolmente alla loro istituzione, come fatto notare da Rosario Duca, presidente dell’Arcigay e “disturbatore” in Aula.(@eleonoraurzi)