E’ un giallo che ha divampato per due mesi e che si sta arricchendo di scintille fino all’ultima poltrona. La ratifica delle nomine dei manager della Sanità si è avverata lo scorso giovedì 12 giugno sera, nel corso della seduta di Giunta regionale, in cui sono stati convalidati 15 dei 16 decreti.
La conferma della squadra del presidente Rosario Crocetta consentirà ai nuovi Direttori Generali di potersi insediare anche la prossima settimana, senza la registrazione immediata della Corte dei Conti. I manager dovranno, infatti, recarsi a Palermo, una volta ricevuta la notifica del decreto, per firmare il proprio contratto. Il presidente della Commissione Salute all’Ars in quota Pd, Pippo Digiacomo, che abbiamo intercettato ieri, ci ha avvalorato gli sviluppi delle ultime ore. Le nomine superano la barriera della Giunta e non subiscono variazioni in corso d’opera, tanto più che il vero ostacolo sarebbe stato la Commissione Affari Istituzionali all’Ars. Anzi, si pensa, già da una settimana, con insistenza quali saranno i direttori sanitari ed amministrativi che affiancheranno i direttori generali. A Messina, il Policlinico universitario “G. Martino” sarà gestito da Marco Restuccia, già direttore amministrativo dell’Asp 5. L’Azienda provinciale sarà “capitanata” da Gaetano Sirna, che è stato già Direttore Sanitario di questa struttura e successivamente general manager dell’ospedale Papardo. L’Azienda Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte avrà nella massima carica dirigenziale Michele Vullo, già Direttore Amministrativo del Policlinico ed ex sindacalista. I primi due manager non si sono ancora sbottonati sui loro collaboratori. Vullo invece ha già scelto come direttrice sanitaria Paolina Reitano che riveste, attualmente, questo ruolo al Policlinico e come direttore amministrativo Giuseppe Laganga, già direttore del Dipartimento amministrativo del Policlinico per cui potrebbe essere in lizza anche in questo nosocomio.
Digiacomo aveva già espresso le sue remore su almeno 40 dei 76 manager, individuati dallo staff di esperti dell’assessorato perché aveva condotto una ricerca in merito. L’inconferibilita del mandato per molti di loro abbracciava varie motivazioni: dalla qualifica di europarlamentare alla mancanza dei titoli in possesso, fino ad indagini in corso per reati inerenti alla Pubblica Amministrazione.
In pratica, il presidente della Commissione Salute aveva constatato che la scelta dei 17 nomi pescati da quell’elenco sarebbe stata falsata da “presenze incompatibili”, almeno per la metà. Tutte queste nuvole sarebbero adesso diradate dall’Ok del Governo. Ma Digiacomo consiglia all’Esecutivo di attingere anche ai “fuori elenco” per la nomina “inceppata” delle Aziende Sanitarie di Catania ed ora anche Enna.
Facendo un breve riepilogo, la I Commissione dell’Ars ha dato l’assenso ai decreti lo scorso 4 giugno, compreso quello per la nomina che è stata invece bocciata da Governatore ed assessori ovvero Calogero Muscarnera, indicato come direttore generale dell’Asp di Enna. La storia del manager “in pectore” che salta ancor prima di avvicinarsi alla sua poltrona, forse, piace molto ai componenti della Regione perché si ripete a distanza di poco tempo. Muscarnera non potrà ricoprire la sua posizione perché non avrebbe maturato i cinque anni in una Pubblica Amministrazione, necessari per acquisire l’incarico, facendo compagnia a Mario Zappia, ex commissario di Raffaele Lombardo, già tagliato fuori dall’Asp di Catania. A quest’ultimo che ha lavorato fino al 2012 in una struttura privata, non si sarebbe potuto nemmeno affidare quel ruolo perché la legge definisce un decorso di due anni per il conferimento degli incarichi nella Sanità pubblica. (MARCELLA RUGGERI)