Con i cortometraggi Uomo di Carta e Deadline (64 premi tra festival nazionali e internazionali) ha già rivelato il suo talento cinematografico. Il senso del ritmo, la passione per il mistero, la capacità di raccontare l’orrore del vivere e le sue sfumature più inquietanti. Ora il regista messinese Massimo Coglitore, 44 anni, dopo il film tv per Rai Fiction Noi Due, presenta in concorso, nell’ambito del TaorminaFilmFest, in prima mondiale, il film The Elevator, il prossimo sabato 21 giugno, alle 18, al Palacongressi di Taormina, con ingresso libero. Un thriller psicologico girato in lingua inglese e destinato a un pubblico internazionale, ambientato a New York ma realizzato quasi interamente negli studi di Cinecittà, con la produzione indipendente di Riccardo Neri per la Lupin Film.
The Elevator – scritto da Riccardo Irrera e Mauro Graiani – è la storia di Jack Tramell (James Parks, attore in Kill Bill, The Listening, Grindhouse, C.S.I.), un famoso presentatore americano che conduce un popolare quiz televisivo. Una sera, Jack viene bloccato in ascensore da una donna misteriosa (Caroline Goodall, Schindler’s List, L’Albatros, Rivelazioni, Dorian Gray), la quale inizia un suo personale e sadico quiz. Jack è accusato di un gravissimo crimine. Ma qual è la verità? Chi è il vero colpevole? Si tratta di un thriller che racconta – in tempo reale – le storie dei due personaggi, alle prese con i propri segreti, in uno spazio claustrofobico. Il set principale del film è l’ascensore, quasi un luogo di espiazione delle colpe. Tra gli interpreti anche il celebre Burt Young (il personaggio di Paulie in Rocky, ruolo grazie al quale ebbe la nomination agli Oscar).
Sempre con la Lupin Film di Riccardo Neri, Massimo Coglitore ha ora in progetto il film The Straight Path, previsto per il 2015. Il regista, i cui esordi messinesi in campo professionale risalgono al 1994 e ’95 con i video L’alba è vicina e I colori del cielo, non nasconde la soddisfazione per il suo film, mirato a una distribuzione internazionale: “Da messinese sono molto felice di tornare dopo 11 anni a Taormina. Spero mi porti fortuna, come avvenne allora col mio Deadline, vincitore nella sezione cortometraggi. Amo il cinema di contenuti e con un forte senso estetico, ed è a quello che punto sempre. Volevamo realizzare un prodotto destinato al mercato internazionale e, seppure con un budget contenuto, abbiamo puntato alla qualità e alla professionalità di cast e troupe. È essenziale partire da storie forti, avvincenti, scritte per poter essere realizzate con costi misurati. Abbiamo girato in lingua inglese sia perché il film è ambientato a New York, sia per avere una distribuzione all’estero. James Parks, Caroline Goodall e Burt Young sono attori straordinari, che hanno lavorato con grandi registi. È stato molto interessante lavorare con loro. Si è creata una grande armonia a livello umano, che è la base per poter lavorare bene. In un film così difficile, claustrofobico, con dialoghi serrati, è proprio sulla recitazione che ho puntato, mettendomi al loro servizio. Mi hanno ripagato con una strabiliante interpretazione. Inoltre, ho incontrato un produttore con uno spirito e una passione di altri tempi, che ha prodotto in maniera del tutto indipendente, e aggiungo eroica, il mio film”.
Alla domanda su come pensi di emergere in un mercato difficile come quello italiano, Coglitore risponde con sincerità: “Non ho la ricetta purtroppo ma solo voglia di raccontare film diversi, intensi. Ho una passione atavica verso un cinema di respiro internazionale, sono cresciuto con quello. La mia è quasi una ‘necessità’, più che una volontà. Mi emoziono davanti un bel film e voglio che accada lo stesso al pubblico che guarda un mio lavoro. Credo che un film debba essere una sorta di viaggio magico e io voglio percorrere con tutto me stesso questo viaggio”.