Non solo euro. Potrebbe essere questo lo slogan della proposta presentata questa mattina, a palazzo Zanca, dall’assessore alla Cultura, Tonino Perna, e dalle consigliere Ivana Risitano, e Lucy Fenech: «L’entrata in vigore di una moneta complementare messinese». Maneggiare con cura prima dell’uso, quindi, poiché non sarebbe una divisa alternativa a quella già esistente ma, appunto, complementare. Uno strumento da utilizzare per gli scambi all’interno del territorio, per rilanciare l’economia locale. Inidoneo all’acquisto di quei prodotti figli della globalizzazione, come smartphone, tablet, iPhone, ma perfetto per andare a fare la spesa o mangiare in trattoria. Perfino per pagare le tasse comunali. A promuoverne la costituzione, insieme al Comune di Messina, il Movimento 5 stelle e Cambiamo Messina dal Basso. La sua entrata in vigore dovrà passare da un bando e potrà avvenire già entro l’estate. Da definire, attraverso «una partecipazione assolutamente democratica», come tiene a precisare Perna, il nome e il simbolo con cui identificarla.
A sostenere il Comune in questa svolta epocale, anche il gruppo Eev Italia (Economia Etica e Valore Italia), con la collaborazione della Biblioteca Fiori Gialli e dell’associazione Fior di Loto, chiamati a collaborare per mettere in rete tutti gli imprenditori agricoli, commerciali, industriali, di servizi, artigiani, lavoratori autonomi, professionisti, fondazioni, Onlus, affinché accettino il programma di introduzione di una moneta locale, stipulando un Patto Territoriale.
Considerata la valenza culturale, oltre che economica e sociale che si intende dare all’iniziativa, il simbolo destinato a campeggiare sulle nuove banconote – «tutte di piccolo taglio», sottolinea ancora una volta l’assessore – dovrà essere un elemento in cui Messina e i messinesi si riconoscano: dalla Vara, al pesce spada, dal mare alle granite, gli spunti potranno essere tanti. La cosa fondamentale è che, perché questa nuova moneta prenda piede, «i cittadini abbiano fiducia nell’amministrazione e le riconoscano autorevolezza». Proprio per queste ragioni, si andrà avanti per step. «I primi esemplari – spiega Perna – saranno dati ai crocieristi in visita e potranno essere spesi nei negozi convenzionati, grazie anche all’applicazione di uno sconto. Saranno dei voucher con una scadenza entro la quale, se non utilizzati, dovranno essere scambiati in euro». Le banconote che non verranno commutate potranno costituire per il Comune un “profitto” da investire nel sociale o nelle attività culturali.
Una volta che i messinesi acquisiranno fiducia in questa nuova moneta, subentrerà il secondo step: le banconote non avranno scadenza e saranno dei normali titoli al portatore. «Il cerchio – afferma Perna – si chiuderà quando verranno utilizzate per il pagamento delle imposte locali. Se la proposta passasse in Consiglio comunale, chi lo farà potrà beneficiare di una riduzione». La proposta mira a recuperare quell’autonomia che il Monopolio di Stato ha spazzato via. Ma non solo. In questa maniera si potrà ovviare, sebbene senza risolverli, ai problemi occupazionali, «ai quali in questo momento i Comuni non sono in grado di dare risposte. Anche perché – prevede Perna – gli attuali guai economici della Regione si ripercuoteranno prima o poi pure sugli enti locali». Fondamentale sarà fare girare le nuove banconote. La scadenza iniziale dovrebbe favorire questo aspetto, incentivando la circolazione entro i termini. E si potrà arrivare al punto in cui «la gente non avvertirà più l’esigenza di riconvertirle in euro».
Al mondo, al momento, esistono tra le 5 e le 6mila monete complementari: «In Argentina, nel 2001, le circa 200 allora esistenti hanno salvato l’economia del Paese. I Brixton Pound, due anni fa, hanno permesse al sindaco di uno dei municipi di Londra di pagare i dipendenti», ricorda Perna, non escludendo questa opportunità nemmeno per Messina.
Proprio Perna avviò questa sorta di esperimento nel 2004, quando era presidente del Parco dell’Aspromonte: «Qui dovrebbe essere più facile», suppone, intravedendo un paio di importanti vantaggi: «Il primo sarà quello di potersi finanziare in debito, a costo zero, scambiando moneta complementare con euro. Il secondo sarà quello di poter fare ciò che la Corte dei conti non vuole».
La nuova moneta non costituirà una riserva di valore, per evitare speculazioni; sarà difficilmente falsificabile ed ecologica. E sarà oggetto di un convegno dal titolo “Moneta Complementare Messinese, un’opportunità dietro la crisi”, in programma il prossimo 20 giugno, dalle 10 alle 13, nel salone delle Bandiere del Comune. «Sarà ospite l’economista Nino Galloni», rendono noto gli attivisti del meet up Grilli dello Stretto, presenti alla conferenza stampa. Proprio i pentastellati confermano che le monete complementari, come dimostrano le circa 40 presenti in Germania, «aiutano a risollevare l’economia locale». (@FabioBonasera)