“Si faccia funzionare il Consorzio autostrade siciliane a cui spetta la manutenzione delle autostrade siciliane, oppure si vendano le quote ai privati, dico questo anche se la concessione in essere non è conforme alla normativa nazionale”. E’ quanto afferma la vice capogruppo di Grande Sud-Pid verso Forza Italia Bernardette Grasso in una mozione da lei stessa proposta e discussa ieri in Aula all’Ars.
Grasso ha sottolineato i diversi misteri che avvolgono ad oggi il funzionamento del Consorzio, dal 2012 sotto le competenze del Ministero delle Infrastrutture. “Una serie di inadempienze del Cas sono ormai così evidenti tanto da rischiare la revoca della concessione – sottolinea la vice capogruppo di Grande Sud – L’ autonomia finanziaria del Cas prevede che il consorzio provveda mediante le tariffe dei pedaggi ai costi di esercizio, alla manutenzione ordinaria delle autostrade: ebbene nulla è più lontano dall’attuale gestione in carico al consorzio”- ha osservato Grasso che ha proseguito “ad oggi non sono stati approvati i bilanci consuntivi 2013 e 2012 e nemmeno il bilancio di previsione 2014, mentre si registra un preoccupante aumento della spesa corrente e dei costi. Che comportano spese non più giustificabili. Quindi il modus operandi del Cas è in conflitto con le norme nazionali richiamate nella concessione. Non lo dico io, lo dice la relazione del ministro Lupi depositata al Senato che sottolinea come la concessione non sia conforme alla normativa nazionale, così come rimodulata nel 2007″.” Sembrerebbe che l’Agenzia delle Entrate abbia accertato che la contabilità dell’ente deve essere compatibile con un ente economico, non con ente non economico, quindi dopo questi riferimenti normativi, è evidente che il Cas non può più essere gestito così. Sostengo da anni che la Regione che ha solo controllo e vigilanza sul Cas se l’avesse esercitato avrebbe appreso che dal 2008 non vengono riscosse le royalties. “Si pone inoltre un problema di natura giuridica – ha detto la Grasso che la Regione deve risolvere cioè quello della natura giuridica del Cas; non vi è dubbio che lo stesso deve esser qualificato come ente pubblico economico. Interrompere la politica fallimentare di gestione del Cas,i e verificare i rapporti con il ministero delle infrastrutture e ottenere nuovo parere dall’ avvocatura dello stato e/o dell’Ufficio legislativo e legale sulla natura dell’ente. O questo ente si fa funzionare o si vendano le quote”.
Diversi gli interventi a favore della chiusura del Cas.
La votazione sulla mozione di Grasso, ieri, è stata rinviata di 30 giorni, su proposta di Nello Musumeci, per dare tempo all’assessore competente, Domenico Torrisi, di ultimare un’indagine interna avviata dalla Regione e di relazionare sugli esiti.