fruttare l’occasione offerta dall’istituzione di un tavolo ministeriale per la realizzazione dello Studio di fattibilità di un sistema intermodale di trasporto tra le due sponde dello Stretto anche per lo studio di un sistema di collegamento tra i cinquantuno Comuni dell’area metropolitana.
A lanciare la proposta è il deputato del Nuovo Centrodestra Vincenzo Garofalo, autore dell’emendamento alla legge di stabilità grazie al quale è stata disposta la realizzazione di uno studio che affronti il nodo del trasporto nello Stretto di Messina.
Garofalo ha scritto una lettera al Commissario Straordinario della Provincia Regionale di Messina e al Rettore, quali rappresentanti di Enti terzi agli interessi territoriali espressi da ciascun Comune, lanciando la sua proposta.
“L’istituzione del tavolo tecnico e, in particolare, la Vostra presenza al tavolo ministeriale- scrive Garofalo– può rappresentare, a mio avviso, anche un’opportunità unica e irripetibile per ripensare e progettare un sistema di infrastrutture in grado di facilitare la mobilità all’interno dei cinquantuno comuni dell’area metropolitana di Messina prevista dalla legge regionale siciliana n. 9/86, rafforzando i collegamenti tra la zona ionica, tirrenica e la città. La questione dei trasporti- continua– per quello che riguarda il comprensorio della ex-provincia di Messina, potrebbe trovare in quella sede, forse per la prima volta nella storia di questa territorio, una trattazione sistematica”. Garofalo propone al Commissario Straordinario della Provincia Romano, in virtù del patrimonio di conoscenza che la ex-Provincia possiede grazie alla programmazione avviata in passato con il Piano Territoriale Provinciale di convocare il tavolo mentre il Rettore Navarra potrebbe assumere, come Università, il coordinamento tecnico dell’iniziativa in virtù delle competenze esistenti all’interno del sistema universitario e degli studi recenti sullo sviluppo della città metropolitana.
“Nessuna integrazione- conclude Garofalo– vi può essere e nessuno sviluppo si può creare se non viene garantito ai cittadini un diritto alla mobilità prima di tutto all’interno della area metropolitana e, poi, da questa verso l’esterno. Ritengo infatti che di città metropolitana si possa parlare solo se esiste una possibilità reale di spostamento da un Comune all’altro, una contiguità…uno stesso modo di intendere il progetto di sviluppo futuro. Abbiamo una grande opportunità che mi auguro non ci lasceremo sfuggire”.