E’ passato esattamente un anno da quel 28 maggio 2013. Sono le 17:30 circa ed ancora devono essere estratte dall’urna un paio di centinaia di schede durante lo scrutinio del secondo turno elettorale delle elezioni universitarie. Schede che serviranno solo a completare le statistiche, perché Pietro Navarra raggiunge molto presto il quorum di 752 voti necessari e diventa ufficialmente il nuovo Rettore dell’Università degli Studi di Messina per il sessennio 2013-2019. I dati definitivi saranno poi schiaccianti: su 1524 votanti, Navarra prende 924 voti, doppiando Giacomo Dugo (457 preferenze), il candidato scelto dall’ex Rettore Tomasello che aveva rimpiazzato a poche settimane dal voto Giuseppe Vita, il quale era stato il primo a candidarsi ufficialmente aprendo la lunga campagna elettorale.
A scrutinio completato, ecco il primo discorso di Pietro Navarra, docente di Economia del settore pubblico, che con i suoi 44 anni diventava il più giovane Rettore d’Italia. E nelle sue prime parole da Rettore, con la voce tremolante e lo sguardo visibilmente emozionato, si percepiva che Navarra sapeva già quale compito arduo gli spettava. Cambiare l’Ateneo peloritano, ricostruendo quel rapporto di fiducia con gli studenti che si era perso negli anni del “Regno Tomasello”. Navarra apriva infatti il suo discorso definendo la sua vittoria come “un’indicazione chiara della volontà di cambiamento che c’è nell’Università messinese”. Il nuovo “Magnifico” spiegava inoltre che la sua candidatura partiva “dal basso, così come dal basso devono pervenire le idee per migliorare l’Ateneo”. Sì, “dal basso”, proprio come la candidatura di Renato Accorinti, che neanche un mese dopo sarebbe diventato sindaco di Messina. In effetti Navarra ed Accorinti qualcosa in comune ce l’hanno: tutti e due vengono chiamati per rivoluzionare rispettivamente Università e città, dopo che Francesco Tomasello e Giuseppe Buzzanca, Rettore e Sindaco uscenti, avevano fatto perdere la pazienza a studenti e cittadini, creando la voglia di voltare pagina sotto tutti i punti di vista. Uno dei principali obiettivi di Navarra ed Accorinti è comune: far ritornare a vivere la democrazia, nel vero senso della parola, lottando contro la raccomandazione per puntare solo alla valorizzazione del merito.
E’ proprio sul riconoscimento e sulla valorizzazione del merito che punta Navarra, che in un’intervista rilasciataci in esclusiva lo scorso luglio (poco dopo essersi insediato ufficialmente) spiegava come “in America ed in Inghilterra non si guardano mai i cognomi delle persone ma si guarda quello che riescono a produrre. Sarebbe meglio se anche a Messina si ragionasse così. Faremmo un salto culturale significativo e migliorerebbe il mondo che ci sta intorno”. Dunque per il nuovo Rettore è importante premiare chi merita, indipendentemente dal suo cognome: premiare il figlio o il nipote di personaggi noti non è sinonimo di nepotismo qualora venga riconosciuto l’effettivo merito.
Ma uno dei problemi su cui interviene immediatamente Navarra è quello relativo alla scarsa “digitalizzazione” dell’Università. Infatti ciò che hanno sempre lamentato gli studenti negli ultimi anni, è l’arretratezza del sistema universitario rispetto agli Atenei del resto d’Italia: dover fare lunghe fila in segreteria per ritirare solo uno statino, fondamentale per lo svolgimento di un esame; dover realizzare prima di un esame un elenco per stabilire l’ordine di interrogazione (proprio come si fa dal salumiere dove è necessario prendere il ticket prima degli altri per essere serviti in anticipo) solo perché pochi docenti utilizzano quello che allora era uno scadente sistema di prenotazione online. E’ per questo che Pietro Navarra, subito dopo l’insediamento, ha immediatamente fatto partire il sistema di prenotazione e verbalizzazione degli esami online: basta statini, basta registri cartacei, basta lunghe ed inutili file in segreteria. Adesso si fa tutto in rete, con conseguente risparmio sia in termini di tempo, sia economico. Già negli ultimi appelli di luglio 2013 il sistema era stato sperimentato in alcuni dipartimenti, per entrare poi a pieno regime lo scorso gennaio.
Il nuovo Rettore fa anche sbarcare l’Ateneo su Facebook e Twitter: ad ottobre infatti veniva rinnovato soprattutto il vecchio account Facebook dell’Università (presente ma praticamente mai utilizzato in passato), con un post “simbolico”: una canzone di Patti Smith, “Changing of the guards”, “il cambio di guardia”, seguito da poche frasi con cui l’Università annunciava la sua voglia di interattività sul web, chiedendo agli studenti di intervenire con commenti e suggerimenti. Da allora tanti post, con foto, video, news e avvisi riempiono quotidianamente gli account social dell’Ateneo, i quali intanto riscontrano un boom di “followers”. Per la prima volta nella storia dell’Ateneo, poi, tutti gli studenti hanno partecipato attivamente alla decisione degli orari delle navette che collegano il capolinea nord del tram con i dipartimenti dell’Annunziata. Come? Con un sondaggio sulla pagina Facebook, dove gli studenti hanno potuto votare due soluzioni con orari diversi, scegliendo quelli che risultavano più convenienti alla maggioranza degli utenti. Anche il sito web ufficiale diventa più dinamico e giovanile, con l’Università che diventa sempre di più “2.0”. Non a caso Navarra ha scelto come suo delegato alla comunicazione il ricercatore Marco Centorrino, insegnante di sociologia della comunicazione presso l’ex Facoltà di Lettere e Filosofia (oggi Dicam), autore di vari studi sui new media e sui social network.
L’Università ha da poco modificato anche le modalità di dichiarazione dei redditi da parte degli studenti: Isee ed Iseu sostituiscono 730 e Cud sia per diminuire l’evasione fiscale, sia per semplificare la modalità di compilazione dell’autocerteficazione. In conclusione, una grande rivoluzione è quella relativa all‘offerta didattica per l’anno accademico 2014/2015: riduzione dei corsi di studio pari al 15% rispetto al passato (da 87 a 74, di cui 34 a numero chiuso); solo 45 corsi sono stati riconfermati pienamente; apportate modifiche sostanziali a quasi il 40% dei corsi che saranno attivati nel prossimo anno accademico (29 su 74); in totale, rispetto all’anno accademico 2013/2014 saranno disattivati 23 corsi di laurea, mentre 10 saranno le nuove istituzioni.
Insomma, Navarra esattamente un anno fa aveva annunciato un completo cambio di rotta rispetto ai 9 anni di Tomasello e sotto molto aspetti il nuovo Rettore ha già mantenuto la sua parola. Resta da vedere che cosa verrà fatto per la valorizzazione del merito tanto desiderata dal nuovo Rettore, il quale ha ancora 5 anni per rivoluzionare l’Ateneo peloritano e soprattutto per riportarlo al prestigio che merita. Intanto, a 365 giorni dalla sua elezione, si può dire che probabilmente, in futuro, quello di Pietro Navarra sarà ricordato come il primo “Rettorato 2.0” dell’Università degli Studi di Messina. (SIMONE INTELISANO)