Il 20 maggio scorso, un giorno prima della scarcerazione di Genovese, il presidente Crocetta in un comizio a Ragusa avrebbe ricordato il caso del compagno di partito finito nell’inchiesta sulla formazione professionale a Messina e parlato del suo patrimonio finanziario. Per questo motivo il deputato Pd Francantonio Genovese, a due giorni dalla sua scarcerazione, ha affidato ai suoi avvocati di sporgere querela nei confronti del governatore della Regione Rosario Crocetta.
I motivi della querela, secondo i legali che difendono Genovese, risiedono proprio nell’elencazione dei conti correnti bancari che Crocetta avrebbe fatto durante il comizio.
Intanto in Procura, un altro passaggio attende l’ex segretario regionale del Pd. I legali di Genovese discutono davanti al gip, Giovanni De Marco sull’utilizzabilità delle intercettazioni telefoniche delle conversazioni intrattenute da Genovese con altri indagati dell’inchiesta. Le intercettazioni sarebbero state effettuate fra il 2011 e il 2013 senza che fosse stata richiesta l’autorizzazione alla Camera dei Deputati, sostengono gli avvocati difensori di Genovese e quindi inutilizzabili.
Secondo il procuratore aggiunto, Sebastiano Ardita, invece, le intercettazioni sarebbero state effettuate a carico di altre utenze telefoniche e quindi invece allegabili agli atti dell’inchiesta. Nei prossimi giorni la decisione del giudice per le indagini preliminari.