L’Aula della Camera ha respinto con 122 voti di differenza la richiesta del Movimento 5 stelle di rinviare ad altra seduta la votazione degli ordini del giorno al dl Lavoro per passare immediatamente all’esame della richiesta di arresto del deputato del Pd Francantonio Genovese. “Corriamo il rischio che Genovese possa reiterare il reato o addirittura fuggire – aveva detto il capogruppo di M5s, Giuseppe Brescia, motivando la richiesta -. Chiediamo che venga il prima possibile votata la procedura all’arresto perché non possiamo assumerci questa responsabilità”. L’Aula ha respinto la proposta, ma il voto su Genovese potrebbe arrivare comunque in serata, anche se rimangono alcune incognite.
Rimane in campo l’ipotesi di un possibile slittamento del voto. La necessità di approvare i decreti in scadenza, oltre a considerazioni di natura più politica, potrebbero portare a rinviare la seduta dell’aula della Camera dedicata al caso del parlamentare dem accusato di associazione a delinquere e truffa. L’aula di Montecitorio sarà impegnata a partire dalle 16 nelle votazioni degli ordini del giorno al decreto Poletti. Il Pd ha accolto i pareri del governo sui suoi 40 documenti, ed ha così ridotto la mole dei 175 odg presentati in origine. Ma Sel fa ostruzionismo sul merito del provvedimento e restano da votare, poi, decine di ordini del giorno (m5s, lega, sel tra gli altri) sui quali il governo ha espresso parere contrario. Nella migliore delle ipotesi il voto sul provvedimento finale arriverà oggi a conclusione di giornata.
In calendario sarebbe previsto poi il voto su Genovese, ma dal Senato è arrivato il dl Lupi sulla casa, che scade il prossimo 27 maggio. Considerato che i gruppi politici hanno convenuto in una precedente conferenza dei capigruppo di non tenere aula l’ultima settimana prima del voto europeo, il decreto casa resterebbe scoperto. Di qui, spiegano fonti di maggioranza, l’intenzione di porre il tema in una nuova conferenza dei capigruppo che dovrebbe tenersi al termine delle votazioni sul dl lavoro, stasera o domani mattina.
Assenti in aula i deputati siciliani del Pd Raciti e Faraone, oggi a Palermo con Matteo Renzi, che alle 19 salirà sul palco montato in piazza Castelnuovo, davanti al palchetto della musica. Lo stesso luogo dove, giusto una settimana fa, Beppe Grillo parlò davanti a quattromila persone.
Rinuncerà invece alla Convention organizzata dal Ncd per stasera al Royal il deputato Vincenzo Garofalo, a Roma da stamattina per partecipare ad un convegno sui trasporti e ai lavori d’Aula.
Intano tra Pd e M5S è partito il fuoco incrociato dei sospetti e delle accuse preventive sul rischio di imboscate nel segreto dell’urna. E c’è chi si avventura come “Il Giornale” a ipotizzare addirittura un voto contrario all’arresto da parte dei pentastellati che avrebbero così una marcia in più da utilizzare nella prossima campagna elettorale. “Non so se fidarmi del movimento cinque stelle” dice la vicesegretaria Pd Debora Serrachiani . “Sul caso Genovese – replica il deputato M5s Danilo Toninelli – il Movimento 5 Stelle chiede il voto palese. Anzi, noi proprio l’abolizione del voto segreto”.
Venerdì scorso la Giunta per le Autorizzazioni aveva ritenuto fondate le motivazioni dei pm e il provvedimento restrittivo aveva raccolto 12 voti dei deputati Pd, M5S e Sel, mentre contro l’arresto si erano pronunciati i 5 deputati di Ncd, Fi, Sc e Popolari per l’Italia.
Intanto Forza Italia ha annunciato ieri il suo voto contrario alle manette: «Noi siamo sempre garantisti, e voteremo tutti e 68 contro», dice Renato Brunetta.
E’ possibile seguire i lavori d’aula sul sito della Camera: http://www.camera.it/leg17/1