In tre anni avrebbe fatto una cresta al Comune di San Pier Niceto per oltre 60mila euro, appropriandosi anche di 1.250 lampade al led, destinate al cimitero. I carabinieri hanno denunciato un 54 enne del luogo, che fino a al 2013 era incaricato dal Comune di gestire l’illuminazione del cimitero. I reati ipotizzati sono peculato continuato e aggravato, falsità ideologica e materiale commessa da pubblico ufficiale.
Le indagini sulla gestione del servizio pubblico di illuminazione cimiteriale, condotte dai militari negli ultimi 6 mesi, sono iniziate quando è stato riscontrato casualmente che, su una ricevuta depositata dall’indagato al Comune, risultava un introito di 6,68 euro mentre la matrice della stessa ricevuta, in possesso del cittadino che aveva fatto richiesta di lampade votive straordinarie per la commemorazione dei defunti, recava un importo di 23,38 euro.
Le ricevute erano difformi per importo e numero di lampade erogate, infatti nella parte di ricevuta consegnata al cittadino dall’ex incaricato, risultava il giusto numero di lampade e il giusto importo, mentre nella matrice della medesima ricevuta consegnata al Comune venivano riportate somme e numero di lampade nettamente inferiori.
Da questa constatazione scaturivano approfonditi controlli che permettevano di appurare la difformità di centinaia di ricevute minuziosamente sequestrate ai cittadini nel corso delle indagini. La susseguente attività permetteva di appurare che l’indagato, attraverso la sistematica falsificazione della quasi totalità delle ricevute consegnate al Comune, sottraeva alle casse comunali una cifra superiore al 70% di quanto introitava effettivamente, e sul restante 30% (quota comunicata all’ente) incamerava ancora il 54% pattuito dal contratto di gestione. I calcoli effettuati per il periodo preso in esame, ovvero dal 2009 al 2012 (i periodi precedenti non sono stati considerati a causa della prescrizione dei reati), hanno permesso di stimare un danno per le casse comunali di oltre 60mila euro.
Nel corso dell’attività di indagine sono state anche recuperate e poste sotto sequestro 1.250 lampade al led, di cui l’indagato, al termine del suo incarico, si era appropriato, nonostante le stesse fossero state assegnate gratuitamente attraverso erogazioni pubbliche alla struttura cimiteriale.