Per parlare di un’opera così importante, è necessario innanzitutto togliersi di dosso quel pregiudizio, ammesso che ci sia, che relega il concetto di animazione ad un affare che riguarda solo l’infanzia o al limite la pre adolescenza. Certo, ci sono film di animazione che insultano la dignità di chiunque, bambino o adulto che sia, ma d’altra parte non è così anche per i film cosiddetti live action? L’insulto all’intelligenza è trasversale, non dipende dal genere, né, purtroppo, dal tipo di esperienza: l’idiozia è sempre dietro l’angolo pronta a coglierci di sorpresa.
Perché andiamo al cinema, perché vediamo film? Probabilmente, a livello più o meno inconscio, per soddisfare a quell’innato bisogno di sognare, di assistere ad una storia, di farci trasportare attraverso mondi partoriti dalla fantasia, intraprendere un viaggio che serve esclusivamente a nutrire il nostro spirito incatenato ad una realtà troppo ristretta per l’enormità di ciò che abbiamo dentro. E l’animazione è un mezzo che permette di eliminare i limiti realistici che sono intrinsechi in un film “dal vivo”; un film di animazione non è la mera imitazione di un film reale, anzi è più probabile che sia vero il contrario (cit).
Come ogni film di Miyazaki (forse eccetto un paio di eccezioni), e come ogni film degno di questo nome, il film è molto stratificato: è vero, il tema principale sembra essere l’eterna lotta tra l’essere umano e la natura, ma in realtà sotto la superficie c’è molto di più.
La prima cosa che si può notare, e questa è una caratteristica delle storie orientali a cui noi occidentali ogni tanto dovremmo ispirarci, è che non esistono buoni o cattivi: ognuno ha le sue ragioni, e nessuno agisce per pura malvagità: persino il personaggio più negativo del film, il governatore di Irontown Lady Eboshi, responsabile della distruzione della foresta, mostra di provare compassione verso altri esseri umani (i lebbrosi nello specifico). Si parla di una natura che è già in conflitto di per sé e che non è sempre benevola, dell’uomo che si ostina a non vivere in armonia con la Terra e con i suoi simili; ma la cosa che a livello drammaturgico rende Mononoke un grande film, è il messaggio e il finale che non sono esattamente di speranza (non aggiungo altro per non rovinarvi la visione).
Alla luce di tutto ciò è stato scellerato l’adattamento dei dialoghi che fece la Buena Vista nel 2000 che cambiò il dialogo finale rendendo tutto molto più buonista di quanto non fosse in realtà; ed alla luce di tutto ciò appare doppiamente meritevole l’operazione della Lucky Red che, dopo aver acquisito i diritti del film, ne ha rifatto l’adattamento rendendolo finalmente coerente con l’originale e, soprattutto, ha fatto in modo di farlo uscire in sala durante la festa del cinema, così da non avere davvero nessuna scusa per mancare questo appuntamento.
Se avete dei figli, portateli, fategli vedere questo capolavoro, non sottovalutateli, anche se la storia è in certi momenti molto dura, riesce ad insegnare moltissimo; e se non avete figli, vedetelo lo stesso, è davvero un film adatto a tutti, nel senso che i temi che tratta sono di tutti noi, abitanti di questo pianeta in eterna lotta con i nostri simili e con la natura.
Vi ricordiamo che la festa del cinema si terrà in tutti i cinema aderenti dall’8 al 15 maggio: durante questa settimana il prezzo dei film sarà di 3€ (eccetto i film in 3D che costeranno 5€).
La lista dei cinema aderenti è pubblicata qui; a Messina Iris, Apollo e UCI Cinema hanno aderito all’iniziativa.
Al cinema Iris la Principessa Mononoke sarà in programmazione da giovedì 8 Maggio alle ore 17.30 ed alle 20.15
(U.P.)