“Si tratta del primo passo per la riqualificazione di Messina”.E’ questo il commento dell’ingegnere capo del Genio Civile, Gaetano Sciacca, in merito ai passi in avanti fatti per la realizzazione della nuova via Don Blasco, che “consentirebbe di migliorare la viabilità, congestionando il traffico e dirottando in questa nuova strada tutti i tir, risparmiando così tante vite umane”. Se n’è parlato questa mattina proprio al Genio Civile durante una conferenza, alla quale oltre a Sciacca erano presenti Saro Visicaro del Comitato La Nostra Città, l’ingegner Antonio Rizzo, ideatore del progetto, ed il consigliere comunale Nina Lo Presti (Cmdb).
“Dopo la conclusione della Salerno – Reggio Calabria – spiega Sciacca – si potrebbe chiudere definitivamente il Molo Norimberga, mandando tutti i tir al porto di Tremestieri”. Concorda con l’ingegnere capo del Genio Civile anche Saro Visicaro, il quale ricorda che il Comitato La Nostra Città è nato il 25 aprile di 14 anni fa con lo scopo di far scomparire i tir dal centro della città: “dalla realizzazione di questo progetto passa realmente il futuro di Messina – spiega Visicaro – ma la speranza è che, arrivati a questo punto, non vi siano ritardi e soprattutto che non vi siano fattori che blocchino le operazioni”. Un fattore potrebbe essere quello relativo alle 58 ditte presenti nell’area del progetto, le quali nelle prossime settimane dovrebbero ricevere l’avviso di esproprio. Per chi ne farà domanda, potrà spostarsi nella zona di Larderia, anche se come ha spiegato Nina Lo Presti, “non tutti accetteranno il trasferimento a Larderia e non tutti avranno, nella nuova collocazione, lo spazio necessario“. E’ il caso dell’Azienda Panebianco, la quale si occupa di rottamazioni, che conta 25 dipendenti ed un fatturato annuo di 4 milioni di euro. Tale azienda ha già spiegato che attualmente, nelle aree di Larderia dove dovrebbero spostarsi le ditte espropriate da Maregrosso, non vi è lo spazio necessario per un eventuale trasferimento.
Tornando al progetto, l’ideatore, Antonio Rizzo, ne ha percorso brevemente la storia, sottolineando come i momenti decisivi siano relativi all’incontro fra Luigi Croce (ex commissario del Comune di Messina) ed il presidente della Regione Rosario Crocetta, nel 2013, insieme all’operato dell’ex assessore regionale Bartolotta che nello stesso periodo deliberava il finanziamento da parte della Regione per il 30% della somma totale per la realizzazione, che ammonta a 27 milioni di euro (di cui 17 per le opere in appalti e 4 per gli espropri). “Nelle prossime settimane – ha spiegato Rizzo – arriverà a Palermo il restante 70% del finanziamento, proveniente dallo Stato. Nel frattempo il Comune dovrà iniziare a mandare alle 58 ditte interessate, l’avviso di esproprio”. Saro Visicaro ha sollevato alcune perplessità relative a due tratti del progetto: il sottopassaggio previsto in via Santa Cecilia, con una zona già puntualmente abituata ad allagamenti che dovrà essere abbassata ulteriormente di un metro e mezzo (ma l’ingegner Rizzo assicura tutti, spiegando che è prevista una vasca di compensazione con delle pompe d’emergenza che si attiverebbero in caso di allagamenti) ed il terminale di Gazzi. Qui potrebbe essere necessario spostare nuovamente il capolinea sud del tram (probabilmente in via Bonino come nei primi tempi della tranvia) per allargare la carreggiata e permettere il transito dei mezzi pesanti. Ciò metterebbe in crisi l’attuale sistema adottato dall’Atm che, con il capolinea Zir del tram collegato direttamente a quello degli autobus provenienti dalla zona sud della città. Con uno spostamento dell’ultima fermata del tram in via Bonino, probabilmente anche gli orari e tragitti degli autobus andrebbero rivisti.
Ma in termini di tempo, quanto ci vorrà per vedere la nuova via Don Blasco? “Non sappiamo ancora quando potranno iniziare i lavoro – commenta Rizzo – perché ci potrebbero essere vari impedimenti burocratici, ma nel momento in cui il Comune concederà il terreno alla ditta che vincerà l’appalto, i tempi di realizzazione sono stimati in circa 20 mesi”. Meno ottimista il consigliere Nina Lo Presti che prevede un lasso di tempo maggiore rispetto alle stime del progettista Rizzo. La stessa Lo Presti critica chi inizia a fare ulteriori progetti sul destino dell’area di Maregrosso, una volta completata la nuova via Don Blasco: “i due progetti non possono camminare parallelamente. Una volta terminato il primo progetto – spiega il consigliere di Cmdb – si penserà a cosa fare dopo. Dovrà essere la città a decidere”. Ma Gaetano Sciacca e Saro Visicaro già hanno qualche idea: “tombiniamo le zone ferrate e seguiamo l’esempio di Reggio Calabria, costruendo passeggiate e aree verdi”. (SIMONE INTELISANO)
In alto, l’intervista a Saro Visicaro.