La giunta regionale siciliana ha approvato lo scorso marzo una delibera con la quale ha dato mandato all’assessore alla Salute, Lucia Borsellino di predisporre i provvedimenti necessari ad assicurare la possibilità dell’uso terapeutico dei cannabinoidi nelle strutture sanitarie accreditate, pubbliche e private. Un provvedimento nato sulla base delle modifiche legislative italiane in merito all’uso della cannabis ma anche da più sentenze, come ha sottolineato lo stesso Governatore Crocetta.
Per impedire l’abuso dei consumi di cannabinoidi, la prescrizione dell’uso dovrà essere effettuata da medici specialistici all’interno di strutture sanitarie e il percorso terapeutico potrà essere eseguito anche al domicilio del paziente.
In una nota dell’assessorato regionale alla Salute viene specificato che “qualora l’inizio del trattamento avvenga nelle strutture ospedaliere o in quelle alle stesse assimilabili, i medicinali cannabinoidi sono acquistati dalla farmacia della medesima struttura, e posti a carico della stessa. Il paziente può proseguire il trattamento in ambito domiciliare, sulla base della prescrizione del medico, della struttura ospedaliera o assimilabile, che lo ha in cura; in tal caso, la fornitura del medicinale è assicurata dalla predetta struttura, sul cui bilancio graverà la relativa spesa.
Inoltre, al fine di favorire la diffusione della conoscenza delle evidenze scientifiche più aggiornate sull’efficacia e sicurezza dei trattamenti con medicinali cannabinoidi, l’assessorato alla Salute adotterà iniziative volte alla informazione dei medici e dei farmacisti”.
Così l’assessore alla Salute, Lucia Borsellino: “Il provvedimento è volto a dare una adeguata risposta di cure, in mancanza di valida alternativa terapeutica, ad un’ampia casistica di patologie, che includono il trattamento del dolore e della spasticità muscolare causata da sclerosi multipla, ma anche la terapia sintomatica di alcune patologie e disturbi, quali ad esempio la nausea ed il vomito in seguito a chemioterapia, la sindrome da deperimento nell’Aids, il dolore neuropatico, l’epilessia, il glaucoma, il dolore oncologico e reumatico”.
I pazienti che oggi hanno bisogno di curarsi con la marijuana terapeutica possono arrivare a spendere anche 40 euro al grammo e ben 700 euro per un solo mese di terapia. La causa di questi costi eccessivi – per pagare una sostanza naturale che in sé non implicherebbe particolari difficoltà di coltivazione e di produzione – è il fatto di dover importare i farmaci dall’estero. Nel nostro Paese, infatti, pur essendo stata autorizzata dal 2006, la cannabis terapeutica non viene coltivata all’interno del territorio e i medicinali a base di cannabinoidi arrivano dall’Olanda.