SERIE A: JUVE E ROMA DI MISURA. SEEDORF INGRANA LA QUINTA, PIENA BAGARRE IN CODA

Tempo di colombe e auguri pasquali, ma anche di fare il punto sulla trentaquattresima giornata di serie A, disputatasi interamente di sabato. È ufficialmente scattato il countdown: meno 360, tanti sono i minuti che mancano alla fine dell’edizione 2013-14. Quasi tutti i verdetti devono però ancora essere emessi dall’Alta Corte del rettangolo di gioco, eccezion fatta per la partecipazione diretta di Juventus e Roma alla prossima Champions League.

L’estirada da tre punti di Radja Nainggolan nel posticipo dell’Artemio Franchi ha infatti regalato ai giallorossi il conforto aritmetico dell’agognato traguardo. Sensazionale la stagione della compagine capitolina, salita a quota 82 in classifica, vertiginosa soglia che in passato valicava solitamente la prima della classe. L’altalenante Viola, dal suo canto, dovrà guardarsi dal ritorno dell’Inter, distante adesso appena due lunghezze. Anche i gigliati sono però certi di poter competere in una kermesse continentale: l’accesso all’Europa League è comunque loro garantito dal cuscinetto rappresentato dalla finale di Coppa Italia, posto che l’avversario (il Napoli, che ieri ha impattato a Udine) andrà al playoff di Champions, fra una settimana lo sanciranno probabilmente anche i numeri.

Tornando alle altissime sfere, se abbiamo ricordato gli elevatissimi standard della Roma, a maggior ragione va sottolineata la stratosferica annata della Juve prossima al tri(s)colore. Alcuni record già centrati, altri alla portata, quello di punti (attualmente fissato a 97) in primis col bersaglio grosso da 100 ancora conseguibile: Buffon e compagni fan paura dall’alto dei 90 sin qui messi in cascina, ne restano 12 a disposizione. Ai bianconeri è bastata una rasoiata di Paul Pogba per avere ragione del Bologna, evidentemente il campione transalpino si esalta quando l’aria profuma di festa: non segnava da metà gennaio, appena smaltiti i postumi delle vacanze natalizie, e ha ben pensato di ridar fuoco alle polveri in concomitanza con la nuova ricorrenza. Sorpresa graditissima nell’uovo di Antonio Conte, chiamato adesso a preparare la semifinale di andata di Europa League contro il Benfica, sulla quale i suoi ragazzi erano focalizzati già ieri nel match contro i felsinei, giocato a marce bassissime complice l’assenza di elementi del calibro di Tevez, Vidal, Lichtsteiner e Bonucci.

Venendo adesso alla volata per la qualificazione alla seconda competizione europea, si è già fatto riferimento all’avanzare dell’Inter, impostasi con il più classico dei risultati nello spareggio del Tardini di Parma. Il grande ex Antonio Cassano – al rientro dopo un infortunio – ha inciso sì, ma in negativo, facendosi ipnotizzare da Handanovic in occasione del rigore concesso da Rocchi sul finire della prima frazione di gioco. Ad inizio ripresa l’espulsione di Paletta ha poi fatto saltare il banco, Rolando e Guarin gli inevitabili carnefici dei ducali, agguantati al sesto posto dall’altro sodalizio meneghino. Il Milan ha infatti regolato in scioltezza il Livorno davanti al pubblico amico, inguaiando ulteriormente il club labronico che – dopo l’ennesima sconfitta – ha esonerato Di Carlo per richiamare Nicola: ultimo, disperato ribaltone che potrebbe non bastare per raggiungere la salvezza. Clarence Seedorf ha inanellato il quinto successo consecutivo, chissà se in settimana si parlerà ancora di Pippo Inzaghi o se, piuttosto, inizieranno ad incensarlo come il nuovo Guardiola.

Escalation di emozioni nel pomeriggio romano dell’Olimpico, che ha visto Lazio e Torino spartirsi la posta con un rocambolesco 3-3. Da rimarcare la ventesima prodezza stagionale del sempre più capocannoniere Ciro Immobile. Per effetto di questo pareggio, biancocelesti e granata vengono agguantati in graduatoria da un Verona che riprende decisamente quota, naturalmente sulle ali del quasi 37enne Luca Toni, scartato dal ct Prandelli per il Brasile unitamente a Francesco Totti ma giunto alla diciottesima realizzazione personale. Orecchio in vetrina e mano roteante, il gol non va in pensione.

Chiudiamo con la lotta per non retrocedere, ravvivata – eccome! – dagli exploit di Sassuolo e Catania. I neroverdi, impegnati nello scontro diretto con il Chievo, hanno sbancato il Bentegodi grazie al ritrovato Berardi. Impresa dal rilevantissimo peso specifico, poiché – oltre a rimettere in gioco i clivensi – consente agli emiliani di arpionare il terzultimo posto, adesso condiviso con il Bologna. Avevamo sempre detto che, stante una classifica cortissima in coda, sarebbero bastate un paio di vittorie per cambiare le carte in tavola. E potrebbe andare esattamente così, al punto che persino gli etnei, superato l’ostacolo Samp al Massimino, possono coltivare ancora una flebile speranza. Sebbene la salita resti ripidissima, un Tourmalet da scalare col triciclo. Si tira invece definitivamente fuori dal guado il Cagliari, che ha fatto valere le proprie maggiori motivazioni nella sfida di Marassi, a tinte fortissimamente rossoblu, contro lo spensierato Genoa di Gian Piero Gasperini.

Jody Colletti      Twitter: @jodycolletti

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