Gli immigrati come untori: ecco l’ultima maschera di un razzismo mai sepolto, che in questi giorni anche in città si sta manifestando, alla luce di commenti seguiti a certi allarmistici interventi (come quello del consigliere comunale David) che stanno riportando il dibattito cittadino a tematiche che pensavamo superate, come quelle della “paura dello straniero” che quando non “ruba il lavoro” allora perlomeno deve “portare malattie”. Le risposte politiche, sebbene efficaci, forse penetrano meno di una nota prefettizia. Così anche da Palazzo del Governo arrivano rassicurazioni:
“Il ministero della Salute italiano ha diffuso per precauzione una circolare a inizio aprile in cui ha comunicato l’avvio di ulteriori procedure di controllo sui flussi di persone verso il nostro paese.
Il Ministero della Salute in relazione alla epidemia di Ebola che sta interessando, al momento, la Guinea e gli altri Paesi confinanti dell’Africa Occidentale, ha diramato, come di consueto in tali occasioni, apposite direttive intese a raccomandare ogni utile azione di vigilanza in riferimento ad arrivi diretti o indiretti dai Paesi interessati dall’epidemia ed in relazione a casi che presentino sintomi riconducibili alla malattia in atto – si legge in una nota prefettizia – In particolare sono state date disposizioni per il rafforzamento delle misure di sorveglianza nei punti di ingresso internazionali (porti e aeroporti presidiati dagli Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera – USMAF) e sono state date indicazioni affinché il rilascio della libera pratica sanitaria alle navi che nei 21 giorni precedenti abbiano toccato uno dei porti dei Paesi colpiti avvenga solo dopo verifica, da parte dell’USMAF, della situazione sanitaria a bordo. Per ciò che concerne gli aeromobili è stata richiamata la necessità della immediata segnalazione di casi sospetti a bordo per consentire il dirottamento dell’aereo su uno degli aeroporti sanitari italiani designati ai sensi del Regolamento Sanitario Internazionale 2005.
Su tali direttive, la Prefettura di Messina, con lettera in data 15 aprile u.s., ha richiamato l’attenzione degli organi sanitari territoriali , sensibilizzandoli alla massima vigilanza”.
Ricordiamo che la trasmissione di ebola avviene solo attraverso il contatto con fluidi corporei, cosa che ne riduce almeno in parte la pericolosità e a oggi non c’è nessun rischio al di fuori delle zone dove si sta verificando l’epidemia. I più preoccupati possono comunque rimanere incollati al proprio computer per controllare dal sito del Ministero della Salute l’andamento dei virus fuori dai confini nazionali cliccando su “EVENTI EPIDEMICI” : oltre ai 203 casi di ebola registrati finora in Africa, scoprirete che ci sono anche casi di poliomelite ed influenza.
In poche parole anche i numeri non giustificano questa crescente fobia verso una malattia , che sembra piuttosto una giustificazione al razzismo a cui si credeva essere immuni. Ma certi virus sono molto contagiosi: e già in Svizzera temono che l’ebola gli arrivi dall’Italia, come si evince da un’ interrogazione parlamentare di un preoccupatissimo esponente dell’UDC che teme per le sorti del Canton Ticino..
Intanto sul destino degli immigrati presenti a Messina la tensione politica resta alta: l’area Civati del Pd è l’ultima, in ordine di tempo, a ribadire il “no alla tendopoli”, ma anche la soluzione “caserma Bisconte” lascia perplessa soprattutto l’area movimentista che critica apertamente la sua stessa amministrazione.
Messina, come le altre città metropolitane, ha potuto già accedere ai fondi Pon Metro 2014/2020 pari a 80-100 milioni di euro, destinati ad un piano di inclusione sociale, con l’utilizzo di 10 milioni e 800 mila euro per il recupero delle aree militari dismesse, compresa per l’appunto Bisconte.
Ma la proposta dell’Amministrazione Accorinti ha prodotto lacerazioni anche dentro il movimento che l’ha sostenuta: “Il diritto a ricostruirsi la vita, a tornare a sorridere, sperare, lavorare, condividere un’abitazione dignitosa con i propri familiari è un diritto fondamentale e inalienabile delle sorelle e dei fratelli migranti e richiedenti asilo – ha dichiarato il giornalista Antonio Mazzeo, oggi in corsa alle europee con Tsipras – Detenerli in un palasport, in una tendopoli o in una caserma è un atto immorale e viola il diritto internazionale, la Costituzione e le leggi. Peggio ancora se lo si fa solo per ingraziarsi un ministro e sperare di raccogliere qualche euro. Mai vendere la dignità di un uomo per trenta denari. Specie alla vigilia delle feste pasquali, credenti o no che siano i nostri amministratori..”. (@palmira.mancuso)