BROLO IN CATENE: GERMANA’ ACCUSA LACCOTO

“Brolo in catene”: questo lo slogan presente sulla t-shirt dell’onorevole Nino Germanà, incatenato al Palazzo comunale di Brolo .
“Così come è in catene la nostra Brolo ormai da tempo”, commenta il deputato regionale; “catene che devono essere i cittadini a spezzare, rispondendo come si conviene alla richiesta di voto che esprimeranno i vari candidati in continuità con la precedente amministrazione: con un bel calcio nel sedere”.

L’onorevole del Nuovo CentroDestra, alla stampa, precisa “oggi non sono il deputato; non chiamatemi onorevole; sono solo Nino Germanà, un cittadino, un brolese…incazzato!”, ha chiarito le ragioni della sua azione eclatante. “Si avvicina la data delle prossime amministrative, ma ancora non sappiamo con certezza quale sarà il futuro di questo nostro paese. Non siamo ad ora a conoscenza della effettiva situazione che erediterà la prossima giunta e che condizione dovrà gestire il consiglio comunale.

Tra i nomi annoverati nelle liste ci sono anche tanti parenti o amici di chi questa condizione l’ha concretamente determinata”, accusa, facendo chiari riferimenti a candidati alle prossime amministrative che, rispecchiano -dna alla mano-una netta continuità con gli “anni bui” (così li definisce) della precedente linea gestionale.
E se ancora le “accuse” apparissero troppo velate, l’on. Germanà esplicita ancor meglio il suo affondo: “questa vicenda è frutto di diciassette anni di vicende per le quali è chiaro che ci siano delle responsabilità politiche e giuridiche. Quello che è sotto gli occhi di tutti è il prodotto della mala gestio che risponde a due nomi su principalmente Laccoto e Messina”, conclude.

La solidarietà dei cittadini e dei comitati spontanei non si fa attendere ma soprattutto arrivano i comunicati targati NCD e firmati dai colleghi di partito del deputato regionale impegnato nella contestazione.
A partire dalla nota diramata a firma on. Vincenzo Garofalo, il quale commenta: “conosco l’indole mite di Nino e arrivare a tanto è sintomatico di una stanchezza che lui oggi esprime ma che è vissuta dai suoi concittadini, sulla cui pelle si è giocato sin troppo”, auspicando si faccia chiarezza sulla vicenda brolese “nell’interesse della cittadinanza”, si legge.

Anche i consiglieri messinesi del partito di alfano, Daniela Faranda e Nicola Crisafi dicono la loro: “oggi, nella veste non di deputato ma di cittadino tra i cittadini, si è incatenato al Palazzo Municipale di Brolo; l’aver precisato che si tratta di un’azione “da brolese” rispecchia lo spirito che anima la nostra politica. Non possono ne devono esserci muri tra la gente e chi la rappresenta e la nostra idea di buona politica è esattamente quella di agire nell’interesse e per l’interesse della cittadinanza, della società di cui siamo parte oltre che rappresentanti”, si legge nella loro nota.

Il Prefetto Trotta, appreso durante una riunione seguita all’atto intimidatorio nei confronti del sindaco di Cesarò,  che il deputato regionale ha inscenato una protesta in prossimità della sede del Comune di Brolo, tramite il Commissario Regionale incaricato di sostituire il Consiglio Comunale dell’Ente, ha manifestato all’ esponente politico la disponibilità  – qualora lo ritenesse utile – a incontrarlo in sede di riunione tecnica di coordinamento interforze unitamente ai responsabili delle Forze di Polizia.

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