“RUDERI D’ORO” NELLE EOLIE: CINQUE RINVIATI A GIUDIZIO

Gli imputati erano riusciti a intestarsi, secondo l’accusa, con vari espedienti nelle Eolie case di isolani emigrati in Australia negli anni ’50 e ’60 e non più tornati per poi rivenderle con lucrose transazioni. Lo aveva scoperto la guardia di finanza di Milazzo e Lipari che nell’indagine aveva notificato misure cautelari a due persone. Adesso cinque sono i rinvii a giudizio firmati dal Gup Maria Arena del tribunale di Messina nell’inchiesta sui  “ruderi d’oro” nelle Eolie. A processo andranno  Maria Bernadette Cincotta, residente ad Alicudi, Rutilio Taranto, di Santa Marina Salina, Antonio Ilone di San Filippo del Mela e Samira Mahlouthi, tunisino e Stefano Triolo, di Alicudi, quest’ultimi due già agli arresti domiciliari. L’accusa è di associazione a delinquere e truffa.

Sono stati difesi dagli avvocati Monica Ristuccia, Antonella Longo, Maurizio Cucinotta e Angelo Pajno.

L’indagine ha portato al sequestro di 13 immobili ubicati nelle isole di Filicudi, Alicudi e Salina. L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore di Messina Maria Pellegrino, era durata per oltre tre anni e aveva messo in luce anche la complicità di alcuni professionisti. Gli indagati avevano utilizzato illecitamente le procure loro conferite dagli emigrati e ricorrevano all’usucapione o ad altre procedure di successione,secondo l’accusa senza averne titolo, per acquisire la proprietà degli immobili e quindi rivenderli.

Prossima udienza il 9 luglio 2014.

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