“Non mi pare che allo stato ci siano le condizioni che consentano la partecipazione dell’Udc al governo Crocetta, se si vuole snaturare l’accordo elettorale tra noi e il centrosinistra per un governo del cambiamento e delle riforme, preferendo la nascita di qualcosa di diverso che somiglia più al vecchio governo di Raffaele Lombardo”. Lo afferma, in una nota, il presidente nazionale dell’Udc, Gianpiero D’Alia.
Resta comunque l’attesa per sapere cosa uscirà fuori dal vertice di maggioranza che è tuttora in corso a Palazzo d’Orleans a Palermo alla presenza del governatore Rosario Crocetta, dopo lo strappo con il Pd che si è consumato domenica scorsa durante l’Assemblea regionale del partito che ha proclamato il segretarioFausto Raciti.
Il neo segretario aveva ribadito con forza la “necessità di azzerara la giunta” mentre Crocetta aveva risposto picche, annunciando di volere fare qualche cambio nell’esecutivo ma senza azzerarlo del tutto. Il Pd in linea teorica potrebbe approvare l’intero pacchetto di assessori. Al Partito democratico spetterà la quota maggiore. Non circolano ancora nomi. Ma alcuni di questi si rincorrono da un po’. Il deputato regionale Fabrizio Ferrandelli intanto lancia un appello: “La nuova fase non può non tenere conto della crescente questione morale e soprattutto non può passare dalla nomina in giunta di politici o tecnici fedeli a qualche capo corrente. Se questa fosse la logica allora sarebbe più coerente che ci mettessero la faccia loro stessi”.
Al vertice di oggi, oltre al Pd, stanno partecipando anche l’Udc, Articolo 4, Drs e Megafono. Crocetta continua a dire no all’ingresso in giunta di deputati regionali o ex deputati regionali o nazionali, anche se i partiti incalzano e chiedono con forza una giunta politica.