Dalla scuola deve partire il cambiamento: è questo il leitmotiv del progetto No Smoking Be Happy per le scuole primarie e secondarie, ideato dalla Fondazione Umberto Veronesi che dal 2008 opera con una serie di campagne di comunicazione nella lotta contro il fumo.
Ci troviamo al pianterreno del Palacultura, dove è stata allestita una piccola mostra didattica con il patrocinio del Comune e della Fondazione Bonino Pulejo. A guidare in un percorso educativo intelligente i partecipanti (oggi i ragazzi della terza A della scuola media Salvo D’Acquisto), sono stati Renato Catalano e Andrea D’Alpa, laureandi in medicina dell’Università di Catania.
Tenta di mimetizzarsi tra i giovani i il nostro Sindaco,il professore che ama parlare il linguaggio del cuore più che quello della burocrazia. Niente politichese, forse un pò di nostalgia mentre si cala nei panni che ha indossato per tanto tempo, quelli del docente, dell’educatore. Con le parole che fluiscono con impeto e senza sforzo, a fiumi, Renato parla di educazione, ma stavolta lo fa senza mediatori, con i diretti interessati, loro, i giovani. Gli parla di cultura, di sapere come chiave di volta, strumento che libera dalle catene cui l’ignoranza costringe.
Educare sempre, in questo caso alla salute. Informare sui danni causati dal fumo e sui benefici legati al non fumare. Si calcola che degli 11 milioni di fumatori in Italia circa il 21% è costituito da giovani di età compresa tra 15 e 24 anni. Il fumo attivo non aumenta solo il rischio di cancro: con il suo effetto di denaturazione del DNA contribuisce a stimolare l’insorgere di una serie patologie degenerative. Basti pensare alla leucoplachia che si manifesta con la comparsa di placche bianche sulla lingua, che possono trasformarsi in tumori, per non parlare della cosiddetta lingua a carta geografica o del meno preoccupante ma certamente poco piacevole invecchiamento precoce.
Sono solo alcune delle possibili, inquietanti ripercussioni che le sostanze nocive contenute nelle sigarette possono avere sull’organismo. È stato appurato che oltre al tabacco e alla carta che lo riveste, persino il filtro contiene sostanze dannose. Si calcola che le sigarette contengano più di dodicimila particelle nocive e circa 40 cancerogene. Solo alcune di tali particelle sono dannose di per sé, mentre altre lo diventano con la combustine.
Per raccontare questo e molto altro si è operata una scelta di stile. Una soluzione illustrativa decisamente convincente che sostituisce la modalità classica del convegno con il metodo itinerante di illustrazione, lo spostamento all’interno della sala secondo un percorso costruito intorno a pannelli esplicativi. Non mancano sezioni interattive che coinvolgono i ragazzi e li predispongono all’ascolto e modelli anatomici a grandezza naturale, di supporto alle spiegazioni fornite. Con parole semplici e tecniche appetibili si sceglie di insegnare ai più giovani cosa succede al fumatore abituale, quali meccanismi si inneschino nel suo corpo, quali possano essere le conseguenze.
La scienza parafrasata, insomma. Un sistema attraverso cui comunicare in modo semplice e diretto meccanismi non così elementari. La mostra laboratorio, parte integrante delle attività previste dal protocollo di intesa siglato dalla Fondazione Veronesi con il Ministero della Istruzione, dell’università e della ricerca, si concluderà giovedì 3 aprile. A questo stesso progetto si riferirà l’installazione prevista per Piazza Cairoli: un mozzicone di sigaretta gigante accompagnato dalla dicitura “Spegni l’ultima!”.
(LAURA MANTI)