Una cosa è certa. I benefici del gruppo Franza non riguardano direttamente i suoi dipendenti. Lo dimostrano le ultime notizie che sembrano giungere da un’azienda in crisi, mentre stiamo parlando di una delle più importanti realtà economiche dello Stretto, monopolista del traghettamento privato, beneficiaria di concessioni demaniali a prezzi irrisori, depositaria degli incassi “ecopass” (giusto per considerare le informazioni più evidenti, quelle che non hanno bisogno di grandi capacità investigative o giornalistiche).
Le notizie giungono da ambiti diversi. Quella più clamorosa riguarda il mancato pagamento di 42 persone che lavorano all’Ancora srl (il punto ristoro che è l’unico accessibile una volta superate le sbarre d’ingresso dell’area d’imbarco) che aspettano ancora la tredicesima del 2013 e le spettanze del mese di Febbraio.
Una questione denunciata non dai dipendenti, ma da alcune associazioni che si sono assunte la responsabilità di far emergere questa mancanza, temendo addirittura che possa giustificare un aumento del pedaggio per i pedoni.
“Temiamo che per il pagamento delle suddette spettanze possa essere ulteriormente rincarato il già insopportabile prezzo del traghettamento – scrivono in un documento Comitato Pendolari dello Stretto, Lega Autonomie Locali e Dimensione Trasporti – A ruota potrebbe seguire come è sempre successo in passato il relativo aumento di RFI”.
L’altra notizia riguarda invece il personale marittimo ed il mancato rinnovo del contratto integrativo aziendale. “L’offerta non trattabile di Caronte e Tourist – denuncia Filt Cgil – consiste nell’ aumento del numero di giornate lavorative che ogni marittimo dovrebbe effettuare per far fronte al maggior numero di corse richieste per l’approdo di Tremestieri. La proposta comporta anche un aumento della quota di salario aggiuntivo ma il nodo del contendere non riguarda gli aspetti economici bensì il fatto che l’aumento delle giornate implica di fatto uno stravolgimento dell’attuale turnazione, faticosamente conquistata in anni di lotte”.
La Filt-Cgil ha quindi proclamato una prima azione di sciopero di 8 ore, dalle 8 alle 16, per il prossimo 29 marzo. Per il sindacato il nodo resta la costituzione di una nuova società per aggirare il rinnovo del contratto integrativo.
In pratica l’azienda ha ribadito che se i lavoratori non accetteranno le condizioni proposte una parte dei servizi saranno effettuati da una nuova società armatrice creata ad hoc, con marittimi neoassunti e retribuiti con il solo salario di base previsto dal CCNL.
Per il sindacato Caronte&Tourist vuole mantenere intatte concessioni, linee e tariffe e dividere i lavoratori per colpire salari e diritti.
“Turni ed orari di lavoro, così come le retribuzioni, almeno fino al dirompente ingresso di Bluferries nel mercato del traghettamento, erano pressoché simili sia per i marittimi privati che per quelli di RFI – denunciano i sindacati – Con l’alterazione dell’equilibrio pubblico/privato si è avviata anche la fase dello scardinamento delle regole”.
Intanto in città cresce lo scontento per il continuo attraversamento dei tir, che nemmeno un’ordinanza sindacale benedetta dal Tar è riuscita a fermare, e giorno 29 marzo i messinesi scenderanno in piazza.