Torna a parlare Giuseppe Ciraolo, messinese emigrato a Roma per studio, attivo nella vita politica della capitale e “renziano della prima ora”. Nella sua lettera, il 26enne si scaglia contro il quotidiano nazionale La Repubblica, a suo avviso nettamente schierata contro il Premier.
La Repubblica che solo un anno fa sostenne Bersani, poi puntò tutto su Renzi. Ora alle prime difficoltà parlamentari il giornale diretto da Ezio Mauro è pronto a rimettere tutto in discussione. Legge elettorale, il patto con Berlusconi, il nuovo esecutivo: il “partito” Repubblica, sta mettendo in campo tutta la sua Santa Barbara, per cercare di scalfire la novità che Renzi ha portato in politica. Ormai ci siamo abituati alle paternali di Ezio Mauro, i sermoni di Scalfari, e i rimproveri da professorino di Giannini. Lontani sembrano i tempi in cui Carlo De Benedetti diceva : «C’è una notevole simpatia e anche speranza verso un cambiamento, e certamente Renzi rappresenta un cambiamento. E il sindaco di Firenze può convivere con Letta», lo disse dopo un incontro con Renzi in occasione dell’apertura della “Repubblica delle Idee” era il 7 giugno 2013. E’ dal 14 gennaio 1976 che il giornale dell’Ingegnere si è introdotto come un virus nella sinistra, guidandola sapientemente verso la necessaria modernizzazione e poi fagocitandola. Una grande operazione editoriale, che ha consentito ad un finanziere spregiudicato e ad un vecchio narciso di condizionarne ogni mossa, fino alla perdita di qualunque autonomia. Naturalmente accompagnando con baldanza il Pci-Pds-Ds-Pd – da Berlinguer a Bersani – in tutte le sue sconfitte. Nel rapporto con i partiti la coppia Scalfari- De benedetti, si rivelò imbattibile. Nel confronto-scontro con le tante parrocchie politiche, a cominciare dalle più forti, il fondatore di “Repubblica” fino ad oggi ha avuto un peso notevole, molto più di qualsiasi leader di partito Oggi però qualcosa è cambiato, forse perché prima erano i giornali a dettare l’agenda e adesso non è più cosi: la verità è che Renzi con il decisionismo ha messo in crisi, molti editori e giornalisti che prima , specialmente nel campo del centro sinistra si divertivano a mettere alla berlina il segretario di turno. Renzi rappresenta una minaccia per gli interessi costituiti, in primo luogo della stampa italiana, perché vuole davvero, cambiare il Paese. E’ veramente triste leggere che la stampa nostrana schiumi rabbia da tutte le sua colonne. E’ la rivolta del “Palazzo” , ma speriamo che il ragazzo si dimostri un novello Davide come quello di michelangiolesca memoria.
Giuseppe Ciraolo