Prosegue la ribalta nazionale per la città di Messina. Dopo le discutibili dichiarazioni di Lorenzo Crespi e i felici (e numerosi) riferimenti di Nino Frassica alla sua amata città natale in “Don Matteo”, passando per l’ancora risonante eco delle parole di Accorinti alla Camera dei deputati in merito alla mobilità dello stretto, è adesso il turno della fortunata serie tv prodotta da Rai Fiction “Il giudice meschino”, ambientata tra le due sponde dello stretto. Il Duomo, la splendida Madonnina del caratteristico porto a falce e altri scenari delle città di Messina e Reggio Calabria hanno fatto da cornice alla trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo scritto da Mimmo Gangemi; la storia è quella di Alberto Lenzi, un magistrato reggino interpretato da Luca Zingaretti, impegnato nella lotta alla ‘ndrangheta e nelle indagini per la morte di un caro amico anch’egli magistrato, Giorgio Maremmi, interpretato da un Gioele Dix in veste inedita.
Indagini che lo porteranno presto a scoprire le trame oscure di un pericoloso traffico di rifiuti tossici, dietro il quale si nasconde la regia della malavita organizzata calabrese. Cast di tutto rispetto (oltre ai già citati Zingaretti e Dix, anche Luisa Ranieri, il messinese Maurizio Marchetti, Paolo Briguglia, Andrea Tidona, Massimo De Lorenzo, Domenico Centamore, Claudio Castrogiovanni, Orio Scaduto) e tematiche attuali che hanno sancito il boom di ascolti: secondo i dati auditel, 6.419.000 spettatori pari al 22.5% di share nella prima puntata e 5.580.000 spettatori pari al 19.86% di share nella seconda puntata, nonostante la contro programmazione di Canale 5 che mandava in onda il film fresco vincitore dell’oscar “La grande bellezza”.
E a proposito di Sorrentino, milioni di telespettatori in tutta Italia incollati allo schermo hanno così potuto apprezzare alcune delle grandi bellezze nostrane, mostrate in prima visione nazionale: un’ottima vetrina per rilanciare il turismo in una città che prova, con fatica, a cambiare dal basso e a far parlare di se più per eventi di questo tipo che per altri tristi primati. Il convincente seguito della fiction apre le porte alla non remota possibilità di rivedere in tv la nostra bella città, magari per assistere a nuove vicissitudini affrontate da Luca Zingaretti ancora nei panni del magistrato Lenzi. E perché no, far diventare le due città dello Stretto uno stabile set della serie come traino al turismo, ricalcando la scia della fortunata esposizione mediatica guadagnata dalla provincia di Ragusa grazie al “Commissario Montalbano”, diventato ormai un cult della fiction italiana. (ROBERTO FAZIO)