Giornata internazionale della donna, ricorrenza che cade l’8 marzo e che, nonostante sia festeggiata in moltissime parti del mondo da più di un secolo, in pochi hanno capito cosa celebri.
Dalle conquiste sociali, politiche ed economiche che il gentil sesso ha raggiunto, grazie anche all’impegno di suffragette determinate, alla sensibilizzazione contro le violenze domestiche e non che madri, mogli e figlie subiscono ogni giorno dentro e fuori le pareti di casa propria. Chi ritiene che tutto si esaurisca nel mero commercio di mimose profumate o nell’esaltazione di un’emancipazione che consente una parificazione di ruoli e incarichi, esistente per lo più sulla carta, non ha capito nulla. Via le quote rosa, via i discutibili streep teese maschili da night di periferia e spazio invece alla sensibilizzazione, quella più importante, quella che passa dai giovanissimi studenti delle scuole. “La violenza sulle donne fa del male anche a me”, è questo il tema scelto per il concorso bandito da Presidente e consiglio comunale di Messina e che è aperto agli istituti di ogni ordine e grado del nostro territorio.
Tutto parte da un atto di indirizzo deliberato nel novembre scorso con il quale si condannava aspramente ogni forma di discriminazione e violazione dei diritti umani, con specifico riferimento a quelle azioni lesive rivolte a donne e bambini.
In agosto, il Viminale aveva reso noti dati impressionanti: in un anno le denunce per stalking sono state 9.116; dall’entrata in vigore della legge 38 del 2009, 38.142 unità registrate fino all’estate trascorsa.
Stando a quanto riportato nel dossier del Ministero dell’Interno, su 505 omicidi volontari nel nostro Paese, quasi il 30% ha avuto come vittime le donne: su questi, in 45 casi il carnefice è il partner, in 20 l’ex compagno e 37 avvengono ad opera di un familiare. Ma violenza è sinonimo di atti fisici e/o anche psicologici che vanno prevenuti oltre che combattuti e gli strumenti che il legislatore ha fornito, spesso, risultano inadeguati o insufficienti.
Prima di ogni cosa va operata una seria educazione dei cittadini, atta a far sviluppare una coscienza sociale e umana che si basi sull’incontro delle diversità tra uomo e donna, finalizzata a creare equilibri reali per l’armonica convivenza che è essenziale alla società tutta.
Insomma una formazione delle nuove generazioni che metta da parte il populistico preconcetto che “siamo tutti uguali” perché “no! Non siamo tutti uguali”, siamo differenti e questo non deve essere un motivo di subordinazione di uno all’altro o di discrimine radicato in una mentalità retrograda, di cui spesso siamo portatori anche inconsapevoli. Quante volte, in fondo, abbiamo sentito dire a genitori progressisti e al passo con i tempi “beh ma lui è maschio”? E’ un imbarazzante errore di partenza che va evitato, estirpato, perché l’appartenenza ad un genere non costituisce di per sé un’attribuzione di pertinenze, attributi e caratteristiche biologicamente intrinseche che giustificano discrimen con riflessi sull’educazione (basta dare una lettura blanda ai testi della Mead per averne contezza).
Coinvolgendo gli studenti delle scuole messinesi, il consiglio comunale si pone come obiettivo quello di “riscoprire la vita umana attraverso un nuovo incontro uomo-donna che, solo insieme possono costruire un mondo migliore”, si legge nella nota. Una commissione presieduta dalla cons. Emilia Barrile, promotrice del progetto, (che annovera addette ai lavori e membri della società civile Ileana Padovano Rotondo, Rossana Trovato e Sabrina Arena, e i consiglieri Donatella Sindoni, Nora Scuderi, Maria Perrone, Antonella Russo, Pierluigi Parisi e Carlo Abbate) ha esaminato gli elaborati degli studenti degli istituti (primari, secondari e universitari) che hanno partecipato e queste produzioni da domani saranno esposte a Palazzo Zanca (è già fruibile una parte della galleria).
L’evento conclusivo si terrà sabato p.v., e verrà presentato dalla giornalista Gisella Cicciò: una manifestazione ospitata al PalaAntonello da Messina che avrà inizio alle ore 17.00 e prevede uno spettacolo di danza realizzato dall’accademia Eurodanza 2000 (dal titolo “Violence”), l’esibizione unplugged di Carla Andaloro e Gianluca Rando, l’intervento della dott.ssa Maria Luisa Barbaro e la premiazione dei lavori firmati dagli studenti.
“Si tratta di un progetto che non ha gravato sulle casse comunali, ci tengo a precisare che per l’Ente ha avuto costo zero”, puntualizza la presidente Barrile, la cui stanza è stata messa a disposizione del centro studi; numerosi i partners commerciali che hanno aderito all’iniziativa. Evidentemente emozionata nell’affrontare certe tematiche appare la cons. Nora Scuderi, numero uno della commissione pari opportunità: “Si tratta di un progetto di rete; la Presidente, poi sostenuta anche da noi, ha deciso di supportarlo coinvolgendo le scuole nel rispetto dei generi e delle diversità”. E’ forte il coinvolgimento di tutti i presenti e un plauso va riconosciuto trasversalmente all’impegno profuso da ciascun elemento in questa iniziativa di importantissimo impatto socio culturale. Lieti di constatare che la politica, a volte, va anche oltre i chiacchiericci da aula e i proclami da salotto tv, che non si preoccupa solo di temi di economia e finanza (spesso in mano a chi non ha neanche la competenza per affrontarli), ma ricorda qual è il suo ruolo nella società e per la società.
Dunque l’augurio è che l’8 marzo Messina partecipi attivamente a questo importante momento di crescita della nostra comunità: compriamo meno mimose e dedichiamo invece un po’ del nostro impegno ad un tema così delicato perché, come ripetuto dalla consigliera de Il Megafono sopra citata: “pari opportunità non vuol dire l’assimilazione della donna ad un modello maschile ma la promozione della diversità di genere”. (Jody Colletti)