Si aprono le festività carnascialesche e mentre adulti e bambini approfittano dell’isola Cairoli, per passeggiate e intrattenimento grazie agli animatori presenti, il consiglio discute su come gestire l’area pedonale, anzi su come modificarla. Presenti tra il pubblico anche molti commercianti, nel vortice da settimane proprio a causa dell’isola…o forse no! Ma il messaggio che passa è questo e poco importa se fisiologicamente le valutazioni si facciano nel medio e lungo periodo, se l’abitudine a questo genere di iniziative venga metabolizzato in almeno quattro cinque mesi (lo dicono le statistiche, non soltanto l’assessore Cacciola): la chiusura al traffico veicolare non va bene. Ci sono due possibilità, dunque, o cercare di proporre correttivi perché si inizi ad aprire il sipario su possibilità e non perdite e danni oppure si elimina o sposta altrove. E questo hanno pensato i consiglieri Cucinotta e Sottile, uniti nel proporre un atto di indirizzo con cui, di concerto, hanno suggerito di rivedere i confini dell’area pedonale, chiudendo l’area di Viale San Martino fino a via Santa Cecilia (esclusa) e lasciando preclusa al passaggio delle autovetture anche Piazza Cairoli (come avviene già oggi). Cosa ne pensino i commercianti di quella zona non è dato sapere, molti dei presenti in aula – in qualità di meri spettatori – sono già interessati dal provvedimento dell’Amministrazione.
Alla presenza degli assessori Panarello e Cacciola e dell’ingegner Bringheri, si è svolto l’ennesimo concitatissimo consiglio. Appena pochi istanti dopo l’apertura dei lavori si chiedeva già una sospensione per consultazioni. Prima di interrompere la seduta però una prima zuffa tra David e la Barrile la quale, prima di insediarsi al posto che le spetta, chiede la parola per proporre un’iniziativa relativa all’8 marzo della quale non avrà modo di parlare. Indisposta dall’indifferenza di alcuni che lasciano l’aula, si rifiuta infatti di esporla: “mi comporterò allo stesso modo anch’io quando i colleghi presenteranno proposte di spessore umano e sociale”. “Presidente, lei minaccia un po’ troppo l’aula”, le contesta il capogruppo Pd.
Quando si torna tra gli scranni l’orologio segna le 20.23: durante lo stop, i capigruppo si erano riuniti in camera caritatis ma il confronto ha avuto toni così accesi da lasciar poco all’immaginazione di chi stazionava fuori dalla sala commissioni. Casus belli degli scontri verbali sarebbe stata una considerazione della Fenech, rea d’essersi pronunciata in merito alla proposta commentando che si trattava di “una cagata! Lo posso dire?”. E’ chiaro che la consigliera di CMdB non comprende che esistono diverse sensibilità, bisogna tenerne conto: se lei e qualche collega sono in grado di incassare colpi di ben altra fattura ci sono delicatezze che si sentono urtate per molto meno. Di nuovo tutti tra i banchi. Tocca a Rizzo, secondo cui la giunta avrebbe in più occasioni dimostrato “egoismo politico”, tenendo “gelosamente propri” alcuni atti. Spetta alla presidente di commissione Contestabile specificare che “è stato esitato negativamente l’atto di delibera ma il voto contrario è dipeso solo da ragioni tecniche”. La consigliera dei Progressisti Democratici precisa: “la sottoscrizione è avvenuta bipartisan ma per ragioni tecniche ci sono state astensioni”. Ricordate i discorsi del Trap, sottotitolate dalla Gialappas’? Ecco, per l’appunto, in sala qualcuno si chiede che cosa significhi. La critica principale che il civico consesso muove all’amministrazione è di non averlo interpellato prima di dare il via alla sperimentazione che fa tanto discutere.
“L’isola divide il consiglio”, commenta Benny Bonaffini, coordinatore della federazione pubblici esercizi di Confesercenti, al termine della seduta. “Non vogliamo essere umiliati nel votare un atto di indirizzo che, giacché Cacciola non apprezza i correttivi proposti da noi, non prenderà neanche in considerazione”, conclude Rizzo. Arriva il momento dei due proponenti: il primo ad intervenire è Cucinotta che delizia i presenti con una parodistica e amara descrizione dell’area Cairoli, chiamando in causa il ritratto di famiglia. “Mia figlia mi ha detto, papino andiamo sull’Isola…che non c’è?”. Scomoda addirittura James Matthew Barrie per enunciare i gravi gap che quest’iniziativa così organizzata presenta: dai trasporti inefficienti alla desolazione nelle vie pedonali. Sentirsi paragonato a Peter Pan, all’assessore competente non deve essere piaciuto granché, difatti di lì a poco risponderà per le rime. “Chiedevamo solo di essere coinvolti”, conclude il cofirmatario dell’atto di indirizzo. “Possiamo anche pensare di chiudere ulteriori aree nel week end”.
“L’ isola è un segno di civiltà, siamo tutti a favore”, esordisce Sottile. “Nessuno ha mai il coraggio di dirsi contrario”, risponderà a breve Sturniolo. Il capogruppo di Siamo Messina, nell’illustrare la proposta e le sue ragioni, fa un affondo tutt’altro che velato: “mi sta bene che sia concertato tutto con il Presidente del quartiere, anche se faccio un retro pensiero relativo a presunti accordi elettorali, ma non intendo soffermarmici”. Ahi, ahi. Palano Quero, seduto tra colleghi della circoscrizione e giornalisti, appare assolutamente indifferente e la provocazione pare scivolargli addosso come se fosse cosparso di un unguento repellente. “Questo non è un fatto politico. Non possiamo fare populismo e demagogia”, prende la parola Adamo ma la confusione e la distrazione in aula lo porta ad interrompersi. Alle sue spalle qualcuno suggerisce che il suo intervento non interessi ad alcuno. E’ il consigliere Consolo. “Ma come ti permetti?”, e via di altra zuffa e altro stop: non proprio un alterco, più un rapido botta e risposta. “NCD ha già avviato delle consultazioni con tecnici e addetti ai lavori; decideremo insieme ai consiglieri di tutti i quartieri sabato mattina e poi comunicheremo la nostra proposta. Se il commercio fallisce, fallisce Messina e falliamo noi nella nostra funzione di rappresentanti della città”, commenta la cons. Faranda.
Prima di procedere al voto, la parola passa all’assessore Cacciola il quale rivolge parole durissime a consesso, associazioni e cittadinanza attiva: “ci ho messo la faccia e comunque andrà io continuerò a mettercela. Questo progetto è stato avviato in modo sperimentale dopo numerosissimi tavoli tecnici. Io non mi sono mai tirato indietro, ho ascoltato e ascolto tutti e non accetto più di sentire cose diverse”. La summa del suo intervento si traduce banalmente in “stiamo sentendo ogni parere, non facciamo altro che recepire istanze a cui cerchiamo di porre una soluzione, come fate a dire che prendiamo decisioni in autonomia? E’ stata una procedura partecipata”.
Ma che il consiglio non è stato ascoltato è un fatto. “In realtà durante tavoli tecnici e consigli aperti sono sempre stati invitati i consiglieri, ma non si sono mai presentati”, sussurrano tra loro alcuni delegati del IV quartiere. “Siete tutti d’accordo sull’Isola? Bene, vuol dire che prima o dopo è qualcosa che dovevamo condividere! Ma non deve essere uno scontro di A contro B, di Confcommercio contro Confesercenti. Oggi siete chiamati non a votare una delibera nostra ma una proposta vostra: e allora così come io ci metto la faccia, in questo momento la state mettendo voi”, per la serie: vediamo chi vota cosa e poi fate i conti con i cittadini. E infatti è così.
Cacciola appare incisivo e spazientito. Nel frattempo, dopo innumerevoli consultazioni bipartisan, sussurrate o discusse nei vari angoli della sala, qualcuno opta per l’ammutinamento, qualcun altro chiama i rinforzi, alcuni decidono di abbandonare: c’è chi spera di far cadere il numero legale e così pian piano iniziano ad indossare i cappotti i tre “superstiti” di CMdB (Lo Presti era già andata via), Ncd, Adamo, Zuccarello e qualcun altro. Il numero è valido per procedere: 20 presenti, 19 favorevoli e 1 astenuto (vedi immagine): l’atto d’indirizzo viene approvato…il consiglio, decisamente bocciato! Troppi teatrini, molte chiacchiere e – passi che siamo a Carnevale – non piacciono, specie perché tutt’altro che dolci. Certo spiace notare poca capacità di analisi di certi e scoprire, altresì, che c’è chi per colpa dell’isola ha già perso ben 18 mila euro in fatturato: “beata” crisi, non osiamo immaginare le dichiarazioni dei redditi del pre-pedonalizzazione. (@eleonoraurzì)