Il tentativo di narrare la storia di una band come i Victrola risulta essere impresa ardua non tanto per il materiale prodotto che si limita ad un solo Ep all’attivo, composto da due brani “Maritime Tatami/Game Of Despair”, oggi ristampato a distanza di 30 anni, oltre qualche apparizione in compilation varie (Danza Meccanica- Italian Synth-Wave), ma perché la parabola di questa storica band messinese è in realtà un capitolo rimasto in sospeso, una storia che nel corso degli ultimi 30 anni non ha fatto altro che alimentare se stessa grazie ad un alone di mistero e due brani che hanno rappresentato uno dei momenti più alti della New Wave italiana degli anni 80.
“Maritime Tatami” e “Game Of Despair” compongono infatti uno dei vinili più ricercati da appassionati e audiofili amanti della New Wave.
Questo EP, semplicemente conosciuto come “Maritime Tatami”, prodotto al tempo da Mario Riviera e stampato in sole 1000 copie da una lungimirante etichetta, la “Electric Eye Records” , è oggi un oggetto di culto, un vinile quasi introvabile se parliamo della sua prima versione.
Quasi introvabile, perché tanto potente è stata la vena creativa di Antonino “Eze” Cuscina e Carlo Smeriglio, al secolo i Victrola che, adesso, grazie alla “Dark Entries” di San Francisco, “Martitime Tatami” è nuovamente disponibile, acquistabile direttamente dal sito di questa storica casa discografica (http://www.darkentriesrecords.com), fedele nel suo packaging e migliorato, forse, nel suono grazie al lavoro di remastering da parte di George Horn (Modern Lovers, Miles Davis)
La ristampa di questo 12” da parte della Label di San Francisco capitanata da Josh Cheon, etichetta che annovera nel suo catalogo band del calibro di The Danse Society o The Neon Judgement, oltre ad essere un inatteso ma graditissimo regalo per tutti gli appassionati della “Synth-Wave”, rappresenta la giusta occasione per riscoprire uno spaccato storico importante della musica italiana e soprattutto messinese essendo i Victrola, figli della nostra Zancle, precursori di un modo diverso di intendere la musica nella nostra città sul finire degli anni 70 e l’inizio degli sfavillanti anni 80 quando produrre musica di qualità con un amore sviscerato per l’estetica non era facile, a causa di tensioni sociali crescenti lungo tutta la penisola, che creavano non pochi problemi per chi andava alla ricerca dei propri spazi creativi ed intellettuali e, in particolar modo, per chi era costretto a confrontarsi con la mentalità di provincia e con le problematiche della periferia.
Due brani generati da un approccio alla musica tipico degli anni 80, senza più il rigore tecnico del “Prog” ma attraverso atmosfere inquiete e dilatate che seguono di pari passo la nascita di una nuova società, di un nuovo modo, forse più alienante, di intendere la vita volgendo uno sguardo al futuro e all’innovazione tecnologica e dove in ambito musicale ritmi di drum machine si mescolano a suoni sintetici di un Roland TR 303 bassline o alla brillantezza melodica di una tastiera come il Roland Juno.
Per comprendere meglio cosa abbia spinto i Victrola a ristampare “Maritime Tatami”, rompendo un lungo silenzio avvolto da mistero ma, soprattutto, tentare di far luce su un periodo storico importante a qualsiasi latitudine culturale e sociale, abbiamo incontrato “Eze” per una piacevole chiacchierata.
Ciao Eze, è veramente un piacere poterti porre alcune domande, inizio con una semplice curiosità : Cosa vi ha spinto, finalmente, a ristampare il vostro primo e introvabile Ep ?
Il piacere è reciproco Francesco; dunque riguardo la ristampa del nostro unico EP del ’83, per la verità è stato un fatto inaspettato, dopo tanti anni si è presentata a sorpresa l’occasione e siamo stati molto felici di tutto ciò e colgo l’occasione per ringraziare Josh Cheon e tutto il suo staff della Dark Entries per l’ottimo lavoro svolto.
Chi erano e chi sono oggi i Victrola ?
I Victrola inizialmente erano nel 1979 una band a 4 formato ‘ classic rock’, cioè 2 chitarre e voci (il sottoscritto e il mio partner Carlo Smeriglio) più il basso nelle mani di Tobia Squitieri e la batteria affidata a Nino Belmonte.
Oggi quella formazione non esiste più, anche se ho in progetto di realizzare un concerto celebrativo dei 30 anni trascorsi ma con altri musicisti.
Parlaci della Messina sul finire degli anni 70 e degli anni 80, come si presentava il panorama musicale messinese ?
Messina in quegli anni era un bel crogiolo di bravi e volenterosi musicisti, una tradizione che si ripeteva e partiva evidentemente da lontano, con buoni risultati con band pop come i G Men, i Black Stones, i Mausoleo, i più famosi Gens di ‘In fondo al viale’, e tanti altri piccoli gruppi meno importanti ma certamente espressione di un bel fermento cittadino che ha poi dato vita ai Victrola, che nascono da una costola dei Funfair, formati dagli sciolti Mausoleo, e cioè: Carmelo Catania al basso, Melo Mafali alle tastiere, Antonio Oliva alla batteria ed io e Carlo alle chitarre. La formazione ebbe breve vita, siamo però riusciti a registrare due brani che rimangono a testimonianza di quella interessante esperienza.
Dunque i Victrola nascono dallo scioglimento dei Funfair, dall’idea mia e di Carlo di proseguire insieme con altri elementi, e qui si sono poi affiancati Tobia e Nino.
Tornando al discorso iniziale, in quel periodo storico tra gli anni ’70/’80 Messina ha visto un rifiorire di tanti gruppi che si sono avvicendati e che si esibivano nei diversi locali della zona per lo più nel periodo estivo, ma purtroppo non si riusciva ad andare oltre quello, non c’era ancora la possibilità di varcare lo stretto per raggiungere il ‘nord’ delle ‘grandi’ possibilità, se non per qualche eccezione come i Gens, ma stiamo parlando di un genere musicale diverso da quello dei Victrola, diciamo più leggero e fedele alla tradizione melodica italiana. Noi, invece, eravamo una band sui generis visto il repertorio di songs Dark e New Wave.
Questo desiderio di varcare alcuni “confini” vi ha spinto a Firenze dove avete fatto parte della “Swing Of Florence”, un periodo incredibile di furore artistico ed intellettuale che ha dato il “la” alla New Wave made in Italy, raccontaci qualche aneddoto…
Beh quello è stato un periodo magico per noi, perché ci siamo ritrovati in un momento in cui anche Firenze rifioriva di cultura underground e non con tantissimi concerti irripetibili come quello di Peter Gabriel alle Cascine con spalla i Simple Minds nel 1980, i S.M . presentavano il loro bellissimo “Empires and Dance” mentre Peter aveva da poco fatto uscire il suo terzo album solista, fu un concerto pieno di sorprese con i musicisti anche in mezzo al pubblico, uno spirito ed un approccio alla musica diverso.
Tornando al periodo fiorentino, abbiamo avuto la fortuna di conoscere Bruno Casini che ci ha in un certo senso adottati, grazie a lui abbiamo sviscerato la città, fatto interviste a Radio Centofiori e Controradio, concerti nei locali del circondario e fatto anche alcuni incontri importanti, come quello di Ghigo Renzulli (Litfiba) che molto gentilmente ci ospitò nella sua famosa e mitica cantica di Via de’ Bardi per fare le prove prima delle serate; in quegli anni la cantina pullulava di musicisti che si avvicendavano, abbiamo lì conosciuto Marcello Michelotti (Neon), Maurizio Fasolo (Pankow), Federico Fiumani (Diaframma), anche tale Raffaele Riefoli ancora poco conosciuto se non come bassista cantante dei Cafè Caracas, trio rock con cui ricordo cantava una cover di Mina “Tintarella di luna” molto carina, e che poi in seguito cambiò genere per diventare il più famoso Raf. Ovviamente nella cantina di Ghigo abbiamo anche conosciuto Piero Pelù, agli inizi della loro avventura con i Litfiba.
Parlaci di “Maritime Tatami” e la splendida storia che descrive .
Tatami è un ragazzotto che vive col padre pescatore sulla barca ancorata nella baia della città antica di Singapore; aiuta il padre nelle faccende di pesca e quindi la sua giornata si svolge quasi esclusivamente in barca, ma al contempo il giovane è molto attratto dalle luci della città per due motivi, l’attrazione per un mondo che non conosce bene ma di cui ha sentito molto parlare e di cui subisce, diciamo così, la fascinazione; l’altro motivo ben più profondo è il desiderio di conoscere la propria madre che ha fatto la scelta di vita da geisha sulla terraferma.
Parlaci di “Game Of Despair” .
“Game of despair” parla di una ragazza che soffre per amore, è la classica storia della promessa da marinaio fattale da un bel giovane imbarcato su un grosso mercantile al largo di Shanghai e col quale ha trascorso le ore più belle della sua vita; purtroppo le sue aspettative rimangono deluse quando quest’ultimo scompare con tutta la nave all’orizzonte; riguarda la fragilità della condizione della giovinezza e dei mondi fantastici che facilmente creiamo nella nostra testa e che spesso svaniscono quando la realtà ci fa sbattere il muso contro un desiderio infranto. L’aspetto positivo è che da queste esperienze ne usciamo più forti.
Progetti futuri ? avete in cantiere un ulteriore Ep o album o qualsiasi altra collaborazione con la Dark Entries ?
C’è un’altra uscita in programma per Dark Entries, forse entro l’anno, ma non voglio anticipare nulla per scaramanzia.
A questo punto diventiamo tutti molto curiosi ma attenderemo pazientemente, ti ringrazio per la tua disponibilità, speriamo di ascoltare presto qualche nuova perla targata “Victrola”, ovviamente senza dover aspettare 30 anni…
Grazie a te Francesco e un caro saluto ai lettori di Messinaora.it ed in particolare a tutti gli amici e fans della band, ringrazio di cuore per l’occasione datami di raccontare ancora dei Victrola.
FRANCESCO ALGERI (@fralgeri)