Per la prima volta in Sicilia, in due appuntamenti speciali, Igor Sibaldi approda a Messina. Scrittore, saggista, filologo, teologo, esperto di angelologia e psicologia, è riconosciuto anche per essere il traduttore italiano di molte opere dei “grandi” della letteratura russa: Tolstoj, Dostoevskij, Gogol, Cechov, Blok.
Nell’incontro che si è tenuto sabato 22 Febbraio presso la Biblioteca del liceo classico “Maurolico”, promosso dall’associazione “Messina Russia”, Sibaldi, in una vera e propria lectio magistralis, ha delineato il suo incontro con la letteratura russa, il cui fascino certamente ha costituito una fase importante della sua vita, ora incentrata maggiormente sullo studio e l’analisi delle Sacre Scritture, della filologia antica, della psicologia e della mente.
Un saggio da tenere a fianco come guida in questa mappatura della letteratura russa è I grandi peccatori (ed. Mondadori, 1996), che sarà ristampato entro la fine dell’anno. Come ha spiegato Sibaldi, il concetto di peccato europeo, inteso come un violare una regola stabilita dalla società, è lontano dal peccato russo, che, per lo scrittore, indica una mancanza. Riprendendo la trinità sartriana del mancante, mancato, mancanza, l’essere umano viene al mondo sotto una forma di penuria. Nel periodo, che va dall’anno mille al 1700, in cui i russi sono protagonisti del processo di incubazione al cristianesimo e al mondo europeo, avviene una fase in cui si avverte la forte mancanza di tutto quello che i russi avevano vissuto prima dell’europeizzazione, in primo luogo il non aver l’idea del possesso e della proprietà privata. Secondo Sibaldi, tale idea di mancanza è accompagnata dal senso di colpa, di tipo percettivo, che scatena una reazione del senso del dovere.
“La colpa – spiega Sibaldi – nasce in maniera ancora più forte perché i russi erano molto più vicini al mancante, rispetto agli Europei. Il confronto che da lì prende avvio tra le due civiltà comincia ad essere molto interessante perché ci si ritrova con categorie di pensiero molto diverse”. A tal proposito, l’attività letteraria di Tolstoj descrive la difficoltà di essere russi in Europa, ma, soprattutto, lo sguardo sulla realtà che parte da un altro punto di vista. Dal capolavoro Guerra e Pace, in cui nel secondo volume l’autore dichiara di non essere d’accordo con tutto quello scritto in precedenza, e l’arrivo di Resurrezione, in cui la propaganda politica si riflette in un racconto di come il mondo è orribile, arriva dal 1880 la trasformazione di Tolstoj, il quale si rende conto che “il mondo che scrive è molto più reale di quello che vive, ragion per cui diventa un creatore di civiltà cercando di sottolineare tale discrasia”.
È l’operazione di racconti come Non uccidere, Di chi è la colpa? e Perché la gente si droga?, di cui in italiano è edita solo una parte. Notevoli ed interessanti anche le interpretazioni teologiche degli anni ’90 di Tolstoj, il quale, ad esempio aveva sdoganato il miracolo di Cristo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, ritenendo che, in realtà, si trattasse semplicemente della proposta del concetto di comunione dei beni, elemento che non poteva essere dichiaratamente esposto nei vangeli, che non sarebbero stati presi in considerazione dagli aristocratici romani. Per tutti gli elementi segnalati, Tolstoj divenne un nemico per la teologia, tanto che fu scomunicato, nonché per la politica, che decise di non pubblicare le sue opere.
La storia della letteratura russa, per Sibaldi, unisce teologia e grande scrittura, in cui è impossibile non pensare la grande letteratura senza Dio. Tale letteratura fu fondamentale anche per la nascente psicologia, in primo luogo freudiana, che seppe attingere da una fonte importante per l’analisi della psiche umana, basti ricordare la trama de I fratelli Karamazov di Dostoevskij criptocitata da Freud per spiegare il patricidio.
Secondo Sibaldi, il limen individuabile per distinguere l’Occidente dall’Oriente consiste in una individuazione geografica che separa mentalità matriarcale (russa) da quella patriarcale. Un processo di frattura che intacca non solo il campo della mente, ma anche della sessualità umana, la cui storia racconta la frattura umana, “la persona sessuata come una persona spaccata”. Su questi temi, in particolari, Sibaldi si è soffermato in un secondo incontro, nella stessa giornata, al Palazzo Zanca, in cui ha tenuto la conferenza “Eros e Amore”, patrocinata dal Comune di Messina e promossa dall’Associazione “Anthurium Rosa”, in un interessante percorso tra mitologia, esegesi e psicologia del profondo.
La visita di Igor Sibaldi a Messina si è rivelata più che positiva, tanto che, nella sua pagina di Facebook, ha ringraziato il sindaco Renato Accorinti: “Proprio perché un individuo, oggi, è più grande del suo Stato, gli si presentano possibilità di cominciare a produrre cambiamenti, se non per lo Stato, almeno per la gente”. (CLARISSA COMUNALE)