Turno importante in chiave salvezza il ventiquattresimo di serie A, che andrà definitivamente in archivio stasera con il monday night del Bentegodi in cui si fronteggeranno Verona e Torino, due delle realtà più fresche del nostro massimo campionato. Nessuna sorpresa infatti nelle alte sfere, mentre in coda i successi di Catania e Livorno ridisegnano le gerarchie della lotta per non retrocedere.
Noblesse oblige : allo Juventus Stadium i padroni di casa, malgrado diverse assenze tra infortuni e turnover, non hanno faticato più di tanto contro il Chievo, rientrato in partita per soli 7 minuti in seguito alla rocambolesca autorete di Martin Caceres. In mixed-zone ha decisamente tenuto banco Antonio Conte che dopo aver difeso l’inadeguato Giovinco, fischiatissimo dal pubblico torinese, ha risposto in maniera piccata a Fabio Capello, “reo” nei giorni scorsi di aver espresso – pubblicamente – il proprio dissenso in merito alla gestione punitiva del post trasferta di Verona da parte del tecnico salentino. Dichiarazioni avventate quelle rilasciate dall’allenatore bianconero, poi rivedute e corrette ma comunque frutto di una spocchia che, in questo caso, ha lasciato l’amaro in bocca agli stessi innamorati della Vecchia Signora. Forse Conte ha preso spunto da Mourinho, che oltre Manica 48 ore prima non era stato particolarmente tenero nei confronti di Wenger: lo Special One potrebbe anche chiedergli i diritti, per adesso meglio evitare certe scimmiottature.
Resta in scia la Roma, che nel posticipo domenicale ha regolato la Sampdoria con un eloquente 3-0. Fuori l’acciaccato Totti, nel silenzio dello stadio Olimpico (ricorsi tutti respinti, entrambe le curve sono rimaste chiuse per cori discriminatori) i panni del mattatore li ha indossati Mattia Destro, autore delle reti che hanno aperto e chiuso la gara, intervallati dall’ennesima magia di Miralem Pjanic. Passivo forse ingeneroso per i blucerchiati, che hanno tenuto botta fino al 44’ della prima frazione per poi affondare sotto i colpi dell’armata di Rudi Garcia.
In terza posizione troviamo sempre il Napoli che, dopo aver conquistato la finale di Coppa Italia schiantando proprio la Roma al San Paolo, spera ancora di dare filo da torcere ai giallorossi per la piazza d’onore che vale la qualificazione diretta alla prossima Champions. I partenopei hanno espugnato il Mapei Stadium con il più classico dei risultati inguaiando il Sassuolo, neo fanalino di coda, e forse anche Alberto Malesani, giunto al terzo K.O. in altrettante partite da quando ha rilevato Di Francesco sulla panchina della matricola emiliana.
Alle spalle degli azzurri frena la Fiorentina, capitolata all’Artemio Franchi sabato sera contro l’Inter. Una sfida condizionata dalle sviste arbitrali pro nerazzurri: tra il gol vittoria realizzato in fuorigioco dal signor Nara, Maurito Icardi, e un paio di rigori non fischiati ai viola, il saldo del sestetto coordinato dal mediocre Damato è indubbiamente negativo. Ad ogni modo, rimarcando la buonissima prova degli uomini di Mazzarri, resta il convincimento che se Thohir fosse intervenuto prima sul mercato, ad inizio gennaio e non sul filo di lana, la classifica della Beneamata oggi avrebbe potuto essere diversa, lo si era scritto anche un mese fa. Quanto ai gigliati, forse qualcuno dovrebbe far notare – una volta per tutte – al pur ottimo Montella che con Joaquin e Ilicic la variante dei falsi nueve non riesce, dipendendo dalle peculiarità dei calciatori in questione.
Attraversando idealmente il Naviglio, finalmente Balotelli si è guadagnato le luci della ribalta per aspetti prettamente tecnici. Ogni appassionato che si rispetti dovrebbe rivedere almeno 20 volte la prodezza balistica che, nell’anticipo di venerdì (prima porzione dello spezzatino), ha regalato al Milan i tre punti a discapito del Bologna. Il missile terra-aria di Super Mario, oltre a non aver lasciato scampo a Curci, ha altresì alleviato le incombenze degli addetti alla manutenzione di San Siro. In prossimità di quell’incrocio dei pali sarà infatti difficile trovare ragnatele, disintegrate dal destro al fulmicotone del centravanti: un concentrato di potenza e precisione che rende nuovamente precaria la situazione dei felsinei. Scorrendo la graduatoria, notiamo appunto come sei siano le compagini attualmente iscritte alla corsa salvezza: Cagliari 24, Bologna 21, Livorno 20, Catania 19, Chievo 18, Sassuolo 17.
Tornando proprio ai due exploit cui avevamo fatto riferimento in apertura, va evidenziato il 3-1 con cui gli etnei all’ora di pranzo hanno imposto il primo stop a Edy Reja, sinora imbattuto nel suo atto II alla guida della Lazio. Tabellino dei marcatori come di consueto argentino e robusta iniezione di morale per il Catania di Maran. Pesa doppio, essendo arrivato contro una diretta concorrente, il blitz del Livorno al Sant’Elia di Cagliari all’esito di una contesa innervositasi progressivamente, come testimoniato dai tre espulsi nella seconda parte della ripresa. Se il campionato fosse finito oggi, Mimmo Di Carlo avrebbe centrato l’impresa praticamente con gli stessi undici che schierava Davide Nicola, eccezion fatta per Mesbah.
Nei rimanenti incontri, infine, gol a grappoli tanto all’Atleti Azzurri d’Italia quanto al Luigi Ferraris. Il Parma ha sbancato Bergamo calando un clamoroso poker sul tavolo di un’Atalanta che, sin qui, aveva fatto benissimo tra le mura amiche, mentre a Marassi il Genoa è riuscito a rimettere in piedi una partita che sembrava ormai segnata, raggiungendo l’Udinese sul 3-3 grazie alla doppietta di Alberto Gilardino.
Jody Colletti Twitter: @jodycolletti