Questa mattina gli studenti del Collettivo Studentesco Unime e gli attivisti del teatro Pinelli hanno creato una nuova ZTL (Zona Temporaneamente Liberata) presso la Casa dello Studente.
L’intento è, ancora una volta, quello di restituire un bene comune alla collettività, mantenendo le sue originarie funzioni. A pensarci bene, a Messina non c’era un posto che necessitasse di una liberazione più della Casa dello Studente in questo momento. Lo stabile è infatti chiuso dal 2009 perché dichiarato inagibile, e da allora è rimasto attivo per i soli uffici dell’Ersu (Ente Regionale diritto allo Studio) e per la mensa del plesso centrale, perdendo in toto i suoi connotati di edificio del diritto allo studio.
Ciò significa che gli studenti fuori sede di estrazione sociale più bassa, per poter esercitare il proprio diritto allo studio non hanno altra scelta che quella di sostenere, oltre le tasse universitarie che aumentano di anno in anno, anche le spese dell’affitto con annessi e connessi (o comunque possono richiedere un posto nel plesso Ersu di Gravitelli, o in quelli più decentrati di Annunziata e Papardo).
Tuttavia la riabilitazione della Casa dello Studente è sormontata da un enorme punto interrogativo: l’edificio è attualmente al centro di un acceso dibattito tra le varie istituzioni cittadine (Giunta e Consiglio comunale, IV e V circoscrizione, Ordine degli Avvocati etc.), che rivendicano un potere decisionale circa la sua futura destinazione d’uso. È stata infatti avanzata la proposta, da parte dell’Ordine degli Avvocati, di convertire la struttura in un palazzo di giustizia satellite, convogliando al suo interno tutti quei servizi attualmente dislocati per la città. A nulla sembra aver portato la polemica di poche settimane fa tra il sindaco Accorinti e il presidente dell’Ordine degli Avvocati Francesco Celona. Resta il fatto che attualmente Messina è priva di una struttura immancabile in un sistema che possa definirsi democratico, e che ancora una volta a rivendicare un diritto negato siano gli attivisti in forma indipendente, e non le istituzioni od i loro rappresentanti. L’opera del teatro Pinelli -questa volta coadiuvato dal collettivo studentesco- continua, nonostante i vari no ed i vari sgomberi di risposta delle autorità, a muoversi verso ed attraverso un percorso libero e liberato da preconcetti, clientelismo, restrizioni ed inutili compressioni che da troppo tempo opprimono Messina. (FEDERICA ARENA)