In una lettera indirizzata ai vertici del Pd , Giuseppe Grioli invita segretari ed egregi onorevoli, a promuovere a Messina la conferenza siciliana del PD sugli Enti Locali proprio sul tema delle Città Metropolitane e l’Area dello Stretto.
“L’iter d’istituzione dei liberi consorzi comunali in sostituzione delle province regionali, ha subito dei rallentamenti che hanno comportato la necessità di una proroga dei commissari delle Province nelle more della nuova articolazione istituzionale. Il tempo sta per scadere – sottolinea l’esponente cittadino del Pd – se entro il 15 febbraio non verrà approvata una legge che ridisegni l’architettura delle istituzioni sovracomunali, in Sicilia si tornerebbe al voto per l’elezione dei consigli provinciali ed i rispettivi presidenti e giunte.
E’ del tutto evidente che tale eventualità sarebbe percepita dai siciliani come un ulteriore presa di distanza tra cittadini ed istituzioni. Un Ente che si è sentito il bisogno di eliminare verrebbe ad essere rivitalizzato dopo essere stato di fatto delegittimato o depotenziato nella sua autorevolezza.
Pur non essendo stato convinto dalle ragioni poste a fondamento della eliminazione delle province, sia perchè credo che il loro destino infelice sia da addebitare alla moltiplicazione di enti e strutture, che alle stesse si sono sovrapposte nel tempo, e per la mancata attuazione di competenze reali in termini di programmazione dello sviluppo socio-economico in aree comprendenti più comuni, sia perchè per principio diffido molto dai messaggi semplificati e superficiali, credo, tuttavia, che oggi siamo di fronte alla necessità di dare compiutezza ai processi di riforma su cui i partiti, in particolare quelli di governo, si giocano tutta la loro credibilità. Pertanto, il tema che assume valenza centrale oggi è il perimetro delle città metropolitane e la loro relazione con i consorzi di Comuni.
Il disegno contenuto nel DDL Cracolici che assegna lo status di città metropolitana ai capoluoghi Messina, Catania e Palermo, componendo di conseguenza dei consorzi per i comuni delle vecchie province, appare fin troppo ininfluente per gli assetti socio-economici dei territorio considerati, soprattutto a Messina. Messina “città metropolitana” coinciderebbe con il solo territorio del capoluogo.
Le città metropolitane hanno senso se finalizzate alla realizzazione di sistemi integrati di servizi ed attività complesse. Messina rappresenta “il modello” di città metropolitana che guarda in due direzioni: verso la montagna e verso il mare sull’altra sponda dello Stretto.
Non bisogna dimenticare – prosegue Grioli – che già la L. R. 9 del 1986 istituiva le aree metropolitane di Messina, Catania e Palermo e l’ art. 2, D.P.Reg. 10 agosto 1995 individuava nell’area metropolitana di Messina i seguenti Comuni: Alì, Alì Terme, Antillo, Barcellona Pozzo di Gotto, Casalvecchio Siculo, Castelmola, Castroreale, Condrò, Fiumedinisi, Forza d’Agro, Furci Siculo, Furnari, Gaggi, Gallodoro, Giardini Naxos, Guartieri Sicaminò, Itala, Leni, Letojanni, Limina, Lipari, Malfa, Mandanici, Merì, Messina, Milazzo, Monforte San Giorgio, Mongiuffi Melia, Nizza di Sicilia, Pace del Mela, Pagliara, Roccafiorita, Roccalumera, Roccavaldina, Rometta, San Filippo del Mela, San Pier Niceto, Sant’Alessio Siculo, Santa Lucia del Mela, Santa Marina Salina, Santa Teresa di Riva, Saponara, Savoca, Scaletta Zanclea, Spadafora, Taormina, Terme Vigliatore, Torregrotta, Valdina, Venetico e Villafranca Tirrena.
Non possiamo accettare un’ idea di Città Metropolitana che coincida con il perimetro del Comune di Messina, perchè perderebbe senso l’operazione in sè. Partire dalla perimetrazione dell’area metropolitana, cristallizzata nella nel DPReg del 10 agosto 1995, darebbe valenza ad un’area con popolazione, connessioni, interessi e sinergie politiche, economico e sociali di sicura rilevanza.
Sarebbe il primo importante passo per lanciare la nostra città oltre lo Stretto. Infatti l’area metropolitana dello Stretto, che, purtroppo, ha rappresentato da almeno cinquanta anni più una suggestione che una ipotesi reale, rappresenterebbe la più importante integrazione tra sistemi territoriali d’Italia e allo stesso tempo rappresenterebbe uno strumento di attrazione di fondi dell’UE”.
“Non c’è stato un confronto all’interno del partito su un tema come questo che assume valenza strategica per il futuro di Messina – conclude la lettera – e pertanto sollecito a recuperare il deficit di approfondimento che oggi risulta fondamentale.
Il 15 febbraio è vicino e non ci possiamo permettere che trascorra il tempo per poi tornare al voto, ne tanto meno esitare una legge che serve solo a dire che: “abbiamo eliminato le Province”.
Temo che al momento l’ARS sia divisa tra queste due opzioni, a scapito della terza che credo sia l’unica che vada nell’interesse esclusivo dei cittadini, ossia una riforma seria che produca effetti e cambiamenti economico-sociali reali”.