Nel “giorno del giudizio”, a Palazzo Zanca si festeggia e lo si fa seguendo il rituale più istituzionale che ci sia: apponendo la foto di Renato Accorinti alla “parete dei sindaci”.
L’ immagine è nota a tutti: t-shirt arancione con tanto di slogan “No Ponte”. Lui, sorridente in sella alla sua bici : “perchè ancora dobbiamo pedalare tantissimo. Siamo maratoneti e vogliamo arrivare fino alla fine”.
Il primo cittadino opta per una scelta ragionata, anche se, presumibilmente, le critiche non si faranno attendere per aver deciso di portare la sua protesta dentro la casa dei cittadini, incorniciando istituzionalmente il suo grido contro il tanto odiato ponte. In fondo lui è sindaco di tutti: chi è a favore e chi contro. Come la mettiamo? “A prescindere che si sia d’accordo o meno”, spiega Accorinti, “questa maglia è il simbolo di una lotta straordinaria e rimanda all’importanza di combattere per le proprie idee, ma sempre nel rispetto degli altri”. La foto manda un messaggio chiaro: quale che sia la propria fede, il diktat è difendere ció in cui si crede e non rinnegare se stessi. Concetto molto poundiano e inopinatamente condivisibile. In un momento di crisi valoriale come questo il messaggio arriva forte e chiaro e merita un plauso.
Sono 20 i volti ai quali si aggiunge quello del leader di Cambiamo Messina dal Basso, molti richiamano alla memoria la Messina che fu, immagini sbiadite nell’album dei ricordi. E il bianco e nero, si sa, rende spesso più onore di quanto in realtà-forse- non meritino certi protagonisti della scena politica nostrana. In altri casi, guardare quella parete fa emergere angoscia e rabbia profonde, per la mala gestio di chi ha contaminato, con pessimo operato, le potenzialità di una città straordinaria.
E ancora ora risentiamo degli effetti di alcune atroci politiche distorte, tese a tutelare interessi che non erano certo quelli della cittadinanza.
Ecco che arriva la new entry, il tanto atteso scatto che da mesi pare fosse pronto, nascosto in qualche armadio negli uffici: è stato messo al suo legittimo posto. La scelta del giorno non è affatto casuale. Proprio oggi, per Accorinti, sembra essere un secondo proclamation day: il Tar ha respinto il ricorso presentato dai democrat candidati alle scorse amministrative (Curró- Cocivera-Venuti). Il professore di educazione fisica,prestato alla politica di palazzo, resterà in carica fino a fine mandato (salvo ulteriori tragedie amministrative che alla nostra città non sono mancate, in passato)… ma badate bene, la regola non cambia: se volete risponda al vostro richiamo non chiamatelo signor sindaco perchè lui è sempre Renato!
E in questo giorno, che per molti è stato di festa (con tanto di spumante stappato e foto ricordo), immaginiamo un ideale lutto al braccio di coloro i quali, da mesi, attendevano fuori dal portone, il passaggio di consegne che in tanti davano per quasi certo. Il tribunale amministrativo ha distrutto, in un sol colpo, le belle speranze degli “antiaccorintiani”; adesso che si esce dal limbo in cui molti sentivano di essere, i giochi sono chiusi e, che piaccia o meno, arriva il momento in cui tutti inizino a fare sul serio, compreso chi, fino ad ora, pensava si trattasse di una semplice parentesi. (@eleonoraurzi)