Ancora un caso che dimostra come sia la famiglia, la propria casa, l’ambiente dove più spesso le donne subiscono violenza. E’ accaduto a Messina, dove è stata eseguita ieri, dalla Sezione di P.G. Polizia di Stato presso la Procura della Repubblica – Tribunale di Messina, la misura cautelare del divieto di avvicinamento nei confronti di H.M.F., quarantaquattrenne, autore di maltrattamenti in seno alla propria famiglia.
Vittima dell’uomo la moglie, in più occasioni vessata, maltrattata, minacciata e percossa anche in presenza dei figli. Futili ragioni ed un abuso di alcool avrebbero spesso scatenato la furia dell’uomo causando alla donna ematomi, ecchimosi, graffi nonché un trauma cranico e contusioni multiple.
Nonostante in più occasioni fosse stata costretta a farsi medicare presso strutture ospedaliere cittadine, la donna si era sempre rifiutata di sporgere denuncia confidando in un cambiamento e nell’appianarsi delle difficoltà fino a quando, compresa la gravità della situazione e dopo l’ennesima aggressione, ha chiesto aiuto alla Polizia di Stato.
A seguito dell’emissione della misura cautelare, scaturita dalle indagini effettuate e dal materiale raccolto, l’uomo non dovrà più avvicinarsi in alcun modo ai luoghi frequentati dalla vittima, abitazione ed eventuale posto di lavoro.
In Italia il 93 per cento delle donne subiscono violenze: non denunciano gli schiaffi, gli spintoni, le porte chiuse a chiave, i lividi, le urla; tutto rimane soffocato tra le mura domestiche. Nascosto. Come se fosse normale. E non si tratta di eccezioni: succede quasi in una famiglia su tre.
Smettiamola, perciò, di assecondare qualsiasi atto di violenza da parte degli uomini, anche se sono i nostri parenti o i nostri più cari amici. Cerchiamo di tenere sempre presente che il nostro corpo, la nostra anima sono sacri e intoccabili. A Messina è possibile contattare il Centro Donne Antiviolenza al numero 3452630913