Gervais Lombe Yao Kouassi, meglio noto come Gervinho, è l’uomo copertina della settimana calcistica appena trascorsa. Il ventiseienne ivoriano, dapprima, con una pregevole acrobazia, ha eliminato la Juve B dalla Coppa Italia (inconcepibili le scelte di Conte, che si conferma l’optimum soltanto per il campionato), per poi rianimare la lotta scudetto spaccando in due il lunch-match del Bentegodi, che ha visto la Roma imporsi per 3-1 sul Verona. Con questa vittoria i giallorossi rosicchiano due punti alla battistrada, fermata sabato dalla Lazio all’Olimpico, e si portano a meno sei dalla vetta.
Venendo proprio ai bianconeri, va subito precisato come il punto raccolto contro gli uomini di Reja vada preso quasi per oro colato, considerato che poco prima della mezzora la capolista si era ritrovata sotto di un gol e in inferiorità numerica a causa dell’espulsione di Buffon, per fallo da ultimo uomo su Klose, in occasione del rigore trasformato da Candreva. L’ennesima perla di Fernando Llorente ha poi consentito alla Vecchia Signora di rimettersi in carreggiata, ma nel finale solo la sfortuna e un superlativo Marco Storari hanno impedito ai biancocelesti di fare propria l’intera posta in palio.
Procedendo in ragion di classifica, in terza posizione troviamo ancora il Napoli, anche se – con questi chiari di luna – vien da chiedersi per quanto tempo i partenopei riusciranno ancora a conservare l’ultima piazza utile per la qualificazione, seppur dalla porta di servizio, alla prossima Champions. Nel primo anticipo andato in scena al San Paolo, Higuain e compagni non sono infatti riusciti ad andare oltre il pareggio contro un Chievo ben disposto in campo da Corini. Passi falsi come questi alla lunga si pagano, lo andiamo dicendo da sempre così come la scorsa settimana ci eravamo chiesti se l’intangibile Rafa Benitez fosse davvero all’altezza della situazione. I dubbi in merito aumentano.
Alle spalle degli azzurri non riesce a guadagnare terreno la Fiorentina, impantanatasi al Franchi contro il Genoa in una sfida rocambolesca conclusasi con un pirotecnico 3-3. La Viola non è riuscita a capitalizzare la serata di grazia di Alberto Aquilani, autore di una tripletta difficilmente pronosticabile. Sul banco degli imputati, dopo un periodo di grande tranquillità, ricompare il brasiliano Neto, estremo difensore sulla cui affidabilità sempre si discuterà. E non è escluso che la dirigenza gigliata sfrutti questi ultimi giorni di mercato per reperire un portiere che dia più garanzie a Vincenzo Montella.
Approdando idealmente sotto la Madonnina, umori diametralmente opposti si registrano sulle due sponde dei Navigli. Il Milan gioisce per l’incredibile rimonta coronata a spese del Cagliari, trafitto ad una manciata di minuti dalla fine dall’uno-due firmato da Mario Balotelli e Giampaolo Pazzini, che ha deciso la contesa del Sant’Elia con una zampata delle sue. In attesa di tempi migliori, a Clarence Seedorf, che in settimana era stato costretto ad ingoiare il primo boccone amaro rappresentato dall’eliminazione nella coppa nazionale, può decisamente andar bene così, sperando che Galliani da qui a venerdì estragga un altro coniglio dal cilindro.
Scoramento profondo, viceversa, in casa Inter. Contro il fanalino di coda Catania i nerazzurri, sotto gli occhi del frastornato Thohir, danno vita ad una prestazione da psicanalizzare, anche se forse – a ben guardare – un giro dallo specialista dovrebbero farlo non solo Mazzarri e i giocatori. La settimana del pastrocchio #VucinicGuarin ha aperto interrogativi inquietanti, concernenti la reale detenzione del potere decisionale in seno alla Beneamata, e forse non poteva che concludersi che con uno 0-0 che riflette la situazione da encefalogramma piatto. La compagine meneghina non sa più vincere, due pareggi e tre sconfitte nei 5 incontri disputati nel 2014, magari alla prossima contro la Juventus (calendario beffardo!) potrebbero scendere in campo gli ultras della nord e in panchina far capolino qualche influente tifoso da social network.
Per quanto riguarda le rimanenti sfide della ventunesima giornata di serie A, da rimarcare i successi di misura di Torino e Parma ai danni, rispettivamente, di Atalanta e Udinese. I granata devono ringraziare l’arbitro Tagliavento, in realtà mai stato una cima a dispetto della qualifica di internazionale, per il gentile cadeau confezionato in occasione del penalty decisivo poi realizzato da colui che il fallo (non) l’aveva subito, Alessio Cerci. Carvalho Amauri de Oliveira si conferma invece l’uomo delle lunghe serie; tornato al gol ad inizio gennaio dopo 9 lunghi mesi, l’ariete italo brasiliano si è rivelato decisivo anche contro la sempre più inguaiata Udinese: con l’incornata di ieri fanno 4 in altrettante partite.
Esordio col botto per il neo tecnico Mimmo Di Carlo (lo avevamo detto che Perotti ormai era un ex) alla guida del Livorno. Nello scontro diretto dell’Ardenza, i toscani hanno infatti regolato la pratica Sassuolo già nella prima frazione di gioco. Un exploit che, oltre a far precipitare la posizione di Eusebio Di Francesco, consente ai labronici di rilanciare le proprie quotazioni nel borsino salvezza, il quartultimo posto ora è distante soltanto due lunghezze ed è al momento appannaggio del Bologna, abile nell’agguantare il pari contro la Samp al novantesimo grazie al rigore calciato da Alessandro Diamanti.
JODY COLLETTI Twitter: @jodycolletti