UNIVERSITA’, POLEMICHE SU SELEZIONE DOCENTI: CURRICULUM DEI COMMISSARI SONO FALSI

Ben 36 studiosi medievisti, tutti accomunati dall’aver partecipato alla prima valutazione per le abilitazioni nazionali a docente universitario di seconda e prima fascia che si è svolto con le nuove modalità stabilite dalla riforma del reclutamento universitario, i cui risultati ufficiali sono stati proclamati il 28 novembre scorso, hanno inviato una lettera al Ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza ed ai sindacati per denunciare gravi irregolarità nelle selezioni suddette.

Il nuovo metodo, ideato dall’ex Ministro Maria Stella Gelmini“sembrava consentire una maggiore trasparenza e obiettività nella selezione”, scrivono i 36 firmatari della lettera, “ma purtroppo abbiamo dovuto constatare che così non è accaduto, per lo meno nel nostro settore, e per ragioni che sembrano configurare vere e proprie violazioni della legalità”. Infatti, come era stato precedentemente annunciato dal quotidiano “Il Secolo XIX”, almeno tre dei commissari sorteggiati per la selezione dei docenti, avrebbero alterato i loro curricula, seguendo le orme dell’ex presidente della commissione nazionale di storia moderna, il messinese Angelo Sindoni, costretto dal ministero a dimettersi dopo che proprio il Secolo XIX aveva svelato le irregolarità del suo curriculum.

Da una verifica accurata di tali curricula risulta incontestabile, in effetti, che due dei commissari in questione hanno dichiarato di essere autori di pubblicazioni non loro e uno ha inserito lavori non attinenti al settore disciplinare, ossia un diploma in chitarra. Non solo i suddetti commissari avrebbero commesso tale palese irregolarità, ma risulterebbe persino che i loro titoli reali li pongono, in qualche caso, al di sotto delle mediane richieste per aspirare a diventare commissario. Inoltre, “in diversi casi – si legge nel documento – persino al di sotto delle mediane fissate per essere abilitati alla seconda e prima fascia di docenza universitaria”. Tale circostanza avrebbe dovuto essere acclarata dall’ANVUR e non poteva essere oggetto di ricorso preventivo da parte dei candidati. Dunque, i firmatari della lettera denunciano di essersi ritrovati nella “condizione umiliante di essere valutati da una commissione la cui autorevolezza è oggi messa in discussione, visti gli accertamenti svolti”.

E dunque questo avrebbe portato alla selezione di candidati con curricula decisamente meno ricchi rispetto a quelli di altri, che invece sono stati esclusi. Infatti, secondo il Fatto Quotidiano, fra i bocciati ci sarebbe un ricercatore con oltre 80 pubblicazioni all’attivo ed esperienze di insegnamento all’estero, tra cui una presso la Sorbona di Parigi.

Inoltre, altri dubbi sulla regolarità delle selezioni emergono considerando che pur nei ristretti tempi di lavoro delle commissioni, quella di Storia Medievale avesse già finito i lavori alla prima data utile di scadenza, rivelando tempistiche di giudizio poco realistiche. Infatti, secondo i calcoli dei 36 studiosi, “in 28 giorni i membri della commissione dovrebbero avere esaminato 171 curricula di seconda fascia e almeno 38 di prima fascia. Lavorando tutti i giorni, avrebbero preso in esame 7 curricula al giorno; se questo significa avere analizzato anche le pubblicazioni farebbe 2.508 pubblicazioni in totale, pari a 89,57 pubblicazioni al giorno, tutti i giorni, senza pause. Il che sembra chiaramente confliggere, oltreché con il buon senso, con la recente giurisprudenza concernente i tempi di valutazione dei concorrenti”.

In conclusione, i firmatari chiedono al Ministro Carrozza ed ai parlamentari un aiuto per far valere un serio rispetto dei diritti e dei doveri di ciascun operatore del settore.“Oltreché come studiosi che hanno sempre fatto il proprio dovere in assoluta trasparenza – si legge nel documento – in Italia o all’estero, ci sentiamo umiliati come semplici cittadini davanti a una smentita tanto clamorosa della possibilità di un reale cambiamento negli aspetti più delicati della politica accademica (il reclutamento). Chiediamo pertanto che si proceda a revocare la commissione indicata e ad incaricare una nuova commissione di rivederne i giudizi, fermo restando quanto altre autorità dovranno valutare, nelle dichiarazioni presentate, circa la violazione della normativa vigente”. (SIMONE INTELISANO)

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