“Cambiate rotta”: questo l’invito di mamme e bambini che oggi hanno protestato a Gioia Tauro, lo scalo calabrese scelto per ospitare, entro metà febbraio, le fasi di trasbordo delle armi chimiche siriane dal cargo danese, che sta aspettando di caricarle al largo di Latakia, alla nave Usa Cape Ray che poi le distruggerà in mare aperto.
Una catena umana composta da bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie della cittadina tirrenica insieme ai loro genitori e insegnanti, ha sfilato per le strade di San Ferdinando per protestare contro la decisione del governo Letta di accogliere nel porto di Gioia Tauro le armi chimiche di Assad.
Il corteo è partito dal plesso che ospita le due scuole e che si trova a circa 300 metri dalle banchine del porto. Una vicinanza che crea allarme tra le mamme che denunciano: “Abbiamo i depuratori, i rigassificatori e gli inceneritori. Non abbiamo un registro tumori e adesso arrivano anche le navi con i veleni. I nostri figli hanno già conosciuto la malattia e non abbiamo intenzione di rivederli nei reparti di oncologia pediatrica”
“Siamo qui per dire no – ha detto un’altra mamma – all’arrivo di un carico di cui, nonostante le rassicurazioni, qui nessuno ne conosce il contenuto”.