LA TRAGICA FINE DI PROVVY: I PRIMI RILIEVI ESCLUDEREBBERO L’OMICIDIO, MA “CHI NON L’HA VISTA”?

A diverse ore dal ritrovamento del corpo di Provvidenza Grassi – la ragazza di 27 anni scomparsa a Messina la notte tra il 9 e 10 luglio e trovata ieri morta accanto alla sua auto, sotto un viadotto – l’ipotesi più attendibile resta quella di un tragico incidente stradale.

Saranno però gli esami tossicologici sul corpo a dare ulteriori elementi che possano chiarire cosa è accaduto negli ultimi istanti di vita della giovane, rimasta intrappolata nella sua auto ricoperta dalla vegetazione.

Resta comunque  un interrogativo drammatico. Possibile che in questi sette mesi nessuno abbia notato prima l’auto finita nella scarpata? E possibile che nessuno abbia notato l’auto al momento dell’incidente?

Ricordiamo che fino alle 10,30 della mattina successiva alla scomparsa, il segnale della cella del telefonino risultava nei pressi dell’abitazione della giovane, che però non è lontana dal luogo in cui è stato trovato il cadavere.  Quindi è verosimile che Provvy stesse rientrando a casa dopo aver incontrato il suo ragazzo a Rometta, e che sia rimasta vittima di un incidente autonomo, nel cuore della notte, senza che nessuno l’abbia notato (anche perchè nel punto in cui la macchina sarebbe uscita fuoristrada, vi è il guardrail segnato dall’urto).

Gli uomini del Ris, guidati dal comandante Francesco Schiavone, stanno analizzando ogni traccia. Nei prossimi giorni sarà effettuata l’autopsia . Intanto gli investigatori, non escludono piste diverse dall’incidente, anche se quest’ultima sembra la più probabile.

“Chiediamo giustizia e verità” – dichiarano i genitori di Provvidenza,  attraverso il loro avvocato, puntando l’attenzione su alcuni lati oscuri della vicenda. “Alcune circostanze ci fanno ritenere possibile che il corpo potesse essere  trovato prima, ma parleremo al momento opportuno”.

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