Delibera presentata delibera ritirata. Questa volta il Consiglio Comunale ha fatto tutto da sè. Ricordate la proposta di istituire la famosa Commissione d’inchiesta sui rifiuti? Ebbene, troppo bello per essere vero: così la commissione dei capigruppo pensa all’alternativa ossia che l’inchiesta sia estesa a tutte le partecipate.
Non male come idea se non fosse che, volendo pensar male-che si fará pure peccato ma…-, la cosa potrebbe sembrare un tentativo di insabbiamento (non sarebbe mica la prima volta!).
Di certo, a qualcuno puzza un po’ di escamotage quantomeno per diradare i tempi.
È la Presidente a richiederne il ritiro -ed essendo lei stessa la proponente ne ha facoltà- dopo quanto emerso dall’incontro che ha preceduto l’odierna seduta d’aula. “Non voglio fare una forzatura pertanto mi impegno ad agire in questa direzione e provvederemo ad una nuova formulazione”, commenta Emilia Barrile, accogliendo responsabilmente la proposta dei capigruppo.
In buona sostanza non è che avesse molte alternative di fronte alla richiesta dei colleghi. La posizione non è unanime peró e CMdB non appare del tutto concorde. A turno intervengono le consigliere del gruppo. Ivana Risitano chiede se vi sia o meno la possibilità di far propria la proposta di quella delibera che “ormai non c’è più. Stiamo parlando di niente e stiamo perdendo tempo invece di affrontare gli argomenti all’odg”, commenta il cons. Nicola Cucinotta. E in effetti all’ordine del giorno c’era proprio tutt’altro, tant’è vero che in aula giunge anche l’assessore Cacciola per il question time sull’isola pedonale.
All’accorintiana e combattiva consigliera la decisione dei colleghi non va affatto giù:”che cosa è successo? Vorrei capire!” chiede ai pochi presenti. “Non ho capito io e non capiscono i cittadini. La gente da casa che tramite lo streaming segue ció che avviene qui dentro, non sa peró che cosa accade nelle commissioni, quindi si starà interrogando, come me d’altronde, essendosi evidentemente persa un passaggio!”.
Il passaggio in effetti non è chiaro e per scoprire quale fosse stata la proposta “rivoluzionaria” abbiamo dovuto giocare un po’ agli investigatori.
Alla fine, come già anticipato, l’opzione paventata è stata di allargare l’interesse della commissione anche ad altre partecipate e non solo al lavoro di Messinambiente e Ato degli ultimi anni. L’idea sembra ottima anche ai fiduciosi Adamo e Russo, insieme in prima linea per questa “crociata per la verità”; il timore che peró è plausibile sorga nell’animo di chi osserva dall’esterno (ma anche di chi, con coscienza, guardi le cose da dentro) è che la lotta sia tra le intenzioni: quelle buone di alcuni che vorrebbero operare un’azione politicamente responsabile verso i cittadini facendo chiarezza sul passato e quelle di chi invece questa chiarezza non ha alcun interesse venga fatta.
Anche se creare un distinguo netto tra “buoni e cattivi” è tutt’altro che semplice specie considerato che alcuni dei 40 si degnano di frequentare il consesso così poco da aver fatto scordare agli habituès il loro viso, figurarsi se è comprensibile da che parte stiano (e vien quasi da chiedere “ma se non avevi tempo da perdere qua perché ti sei candidato/a?”. Poi effettivamente la risposta ce la diamo da soli!).
L’unica certezza, oltre le opinioni, è che se commissione sarà, se ne parlerà in futuro e questo vuol dire che le discussioni condotte in merito fino ad ora sono state tempo perso e che per costituire questo gruppo super partes di critici “controllori” passeranno settimane se non mesi (sempre se lo si farà), periodo durante il quale i messinesi continueranno a pagare di tasca loro il costo di uno sperpero di anni, frutto di una mala gestione (spesso consapevole e clientelare) che da qualcuno è stata pur condotta.
Ebbene per i cittadini i tempi delle giustificazioni sono finiti: che sia dalla giunta, dal Consiglio o da Palazzo Piacentini, la verità è necessario arrivi. Per rispetto verso i contribuenti stremati è evidente l’esigenza di dare a queste responsabilità un nome e un cognome, comprendere la natura del malfatto e metterci su l’etichetta “mai più”. E chi dice che bisogna guardare al futuro e non perdere tempo col passato o è in malafede o usa criteri logici davanti ai quali alziamo le braccia: incomprensibili!
Perder tempo non è istituire una commissione che riconosca colpe e responsabilità bensì discutere ore ed ore ed ore sul come, dove e perchè senza mai iniziare concretamente a farlo, tanto per intenderci. (@eleonoraurzi)