Nuovi importanti indizi per fare luce sull’inquietante ritrovamento del cadavere di una donna nei boschi di Raccuja sui Nebrodi. L’autopsia avrebbe rivelato che la giovane donna di colore è stata uccisa con almeno un paio di colpi alla testa inferti con un corpo contundente, una mazza, un martello o qualcosa di simile.
Dunque si è trattato di omicidio e la donna potrebbe essere stata uccisa in un luogo diverso dal ritrovamento nel bosco di Portella Nocera. “Il medico legale ha parlato di almeno due colpi mortali inferti nella regione occipitale -come reso noto dalla testata anmnotizie che per prima ha dato la notizia – tra la testa e la nuca. Sul posto, però, i Carabinieri non hanno trovato traccia di alcun oggetto che potesse essere ricondotto all’arma del delitto. L’autopsia ha accertato anche che il corpo si trovava riverso nel bosco almeno da una settimana, ragion per cui la data presunta della morte sarebbe da collocare nei giorni immediatamente a cavallo dell’Epifania. Confermati anche i dati antropometrici già diffusi nei giorni scorsi, l’altezza di un metro e sessanta centimetri, il piede numero 36 e la carnagione scura della giovane di età compresa tra 20 e 30 anni. Ancora ignota però la sua identità. I Carabinieri della compagnia di Patti, diretti dal capitano Lorenzo Buschittari, stanno proseguendo in tal senso le indagini, battendo i territori anche delle altre province siciliane. Importante, ai fini dell’identificazione e soprattutto della caccia all’assassino, capire da dove provenisse la ragazza e ricostruire gli spostamenti degli ultimi giorni prima della morte. Al momento la pista privilegiata dagli inquirenti sarebbe quella degli ambienti vicini alla prostituzione ma, al momento, non è mai stata confermata la provenienza della ragazza proprio da quell’ambito. Importante sarà anche il responso dei rilievi del Ris di Messina. In particolare le investigazioni scientifiche serviranno a capire se la donna abbia subito o meno episodi di violenza sessuale poco prima del decesso e se eventualmente siano state riscontrate, sul cadavere, tracce organiche che possano ricondurre al suo o ai suoi aguzzini”.