SERIE A: SEEDORF NON STECCA LA PRIMA. BENITEZ DA NUOVO TESTAMENTO, SICURI CHE SIA ALL’ALTEZZA?

Ben 29 le reti messe a segno nella spumeggiante ventesima giornata del campionato di serie A, la prima dopo il giro di boa. Tanti gli spunti di riflessione offerti dal weekend ma per una volta, considerata l’andatura quasi noiosa tenuta dalle prime due della classe, inizieremo il nostro consueto screening dalla seconda metà della graduatoria.

I flash erano tutti puntati su San Siro, alla Scala del Calcio andava in scena la Prima di Clarence Seedorf nelle nuove vesti di allenatore. E il trentasettenne olandese, chiamato dal mentore Silvio Berlusconi al capezzale del Milan, è partito con il piede giusto bagnando l’esordio con una vittoria di rigore sul Verona. Chi si aspettava che il ritorno al 4-2-fantasia portasse, da subito, in dote calcio champagne si è dovuto accontentare di un prosecchino da discount, ma ieri contavano esclusivamente i tre punti. Oltre tutto, per quanto non si possano esprimere giudizi dopo un paio di allenamenti condotti da chi, fino a sette giorni fa, calzava ancora gli scarpini chiodati, va detto che nei 90 minuti contro gli scaligeri (privi di Toni e del neo napoletano Jorginho) la fase difensiva è apparsa molto più equilibrata rispetto agli allegri standard dell’ultimo Max.

Attraversando idealmente il Naviglio, Walter Mazzarri mastica amaro per l’ottava sconfitta in campionato rimediata dalla sua Inter a Marassi contro il Genoa. Sebbene le condizioni del rettangolo di gioco fossero ai limiti della praticabilità, anche i nerazzurri (cui manca ancora una volta un rigore) hanno costruito numerose occasioni per portarsi in vantaggio ma, vuoi per imprecisione vuoi per un Perin in grande spolvero, mai sono riusciti a bucare l’estremo difensore rossoblu; l’incornata di Antonelli all’83’ ha poi fatto pendere l’ago della bilancia dalla parte del Grifone. Il tecnico di San Vincenzo spera che il mercato finisca presto, dichiarazioni comprensibili da parte di chi si aspettava una campagna di rafforzamento. Possibile che Thohir faccia qualcosa in entrata, al di là di D’Ambrosio per il quale dovrebbe mancare solo l’annuncio, ma potrebbe già essere troppo tardi. Il tycoon doveva intervenire nelle vacanze di Natale per consegnare subito i rinforzi al proprio condottiero: dalla ripresa del campionato la Beneamata ha raggranellato un punticino in tre partite, con 3 vittorie sarebbe stata a un tiro di schioppo dalla zona Champions e oggi, invece, il gap ammonta a undici lunghezze.

Il discorso vale anche per il Napoli, seppur per il verso opposto. Benitez infatti qualcosa dal mercato l’ha già avuta, il summenzionato Jorginho nella fattispecie, e sicuramente entro il 31 gennaio De Laurentiis – vistosi scippare Bastos dalla Roma – ufficializzerà qualcos’altro via Twitter (Thohir lo usa? Non sia mai…). Ma le grandi ambizioni di inizio stagione, leggasi scudetto, già da un po’ sono un ricordo e il pareggio di Bologna mette a rischio anche l’obiettivo minimo del terzo posto. La domanda sorge spontanea: siamo sicuri che Rafa sia all’altezza di un top club della nostra massima serie? Chi vi scrive comincia a nutrire più di un dubbio in proposito. Il tecnico madrileno è uno specialista delle Coppe, le ha vinte dovunque perché a livello europeo inculca la mentalità giusta alle sue squadre, non a caso i partenopei hanno fatto un girone sensazionale anche se iellato. Ma sulla lunga distanza del campionato, parentesi aurea col Valencia a parte, lo spagnolo subisce e zoppica da sempre. Ha ragione il mister azzurro quando dice che la Juve tiene un’andatura pazzesca e che la Roma non è lontana, ma 12 punti dalla vetta iniziano ad imbarazzare…e resuscitare sotto porta Rolando Bianchi è roba da Nuovo Testamento, Vangelo secondo Giovanni.

Prosegue a gonfie vele, invece, l’atto II di Edy Reja sulla panchina della Lazio. Dall’avvento del nuovo timoniere, i biancocelesti hanno messo in cascina 7 punti su 9, l’impresa del Friuli di Udine è una gemma da incastonare. L’inferiorità numerica non ha impedito agli aquilotti di piazzare una rimonta sensazionale, completata da una magia del redivivo Hernanes allo scadere, per la disperazione di Francesco Guidolin, che non rischia soltanto per il bonus di riconoscenza vantato per le scorse annate. Risalendo la classifica e appropinquandoci alle zone nobili, un altro significativo exploit della giornata reca in calce la firma della Fiorentina. Non tanto per la forza dell’avversario, con tutto il rispetto per il Catania fanalino di coda, quanto per il protagonista assoluto del 3-0 del Massimino: l’ex bomber dalle polveri bagnate Alessandro Matri, cui è bastato lasciare Milano per ritrovare immediatamente la via della rete. Due gol e un assist in 41 minuti, una raffica di mitra sugli etnei, da qualche giorno riaffidati alle cure di Rolando Maran. Il piatto rossazzurro langue impietosamente, ma la salvezza è soltanto a quattro punti e, con i ritocchi giusti, i siciliani potrebbero ancora dire la loro. Ancor più grave la situazione del Livorno perché quanto meno Pulvirenti è operativo, mentre il solito Spinelli sul mercato continua a giocare alle belle statuine. Premesso che non era certo l’Olimpico di Roma l’habitat naturale per iniziare a racimolare punti, già la scorsa settimana avevamo contestato la scelta Perotti per il dopo Nicola e oggi ribadiamo che, per le speranze dei toscani, il connubio presidente-allenatore potrebbe costituire un cocktail letale.

La Juventus sabato sera è entrata in campo conoscendo già il risultato dei giallorossi di Garcia, impostisi per 3-0 sui toscani, ma la cavalcata dei bianconeri continua a sconoscere ostacoli. Grazie al pirotecnico successo conseguito ai danni dell’ottima Samp, i bianconeri hanno inanellato quella dodicesima vittoria consecutiva da record che li colloca ancor più nella storia. Continuando così, le pay-tv finiranno col mettere una taglia per incentivare ulteriormente le partecipanti ad arrestare la corsa della capolista. Noia, maledetta noia.

Per quanto riguarda le rimanenti partite, da segnalare le nuove imprese di Torino e Parma – ormai pienamente in lotta per l’Europa League – centrate rispettivamente a discapito di Sassuolo e Chievo, superate entrambe a domicilio dalle splendide realtà forgiate da Ventura e Donadoni. All’Atleti Azzurri d’Italia, infine, l’Atalanta ha avuto la meglio sullo sfortunatissimo Cagliari (3 i legni colpiti dai sardi nella prima frazione), capitalizzando l’estirada di Jack Bonaventura al minuto 69.

JODY COLLETTI            Twitter: @jodycolletti

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