Per la maggior parte delle famiglie messinesi, le ricorrenze natalizie sono state festeggiate in casa tra parenti e amici, e ogni bottiglia stappata esprimeva la speranza che un anno migliore, e più generoso si potesse schiudere, ma soprattutto che quello appena trascorso si allontanasse velocemente e si portasse con sé la gravità e il peso della crisi economica.
La speranza però è una “categoria” poco affidabile, e l’hanno capito bene gli occupanti di “Casa Paradiso”che hanno fatto del conflitto, della costanza e della solidarietà, gli strumenti sicuri e affidabili per dare una svolta alla propria condizione. Ed i bambini hanno capito altrettanto bene che queste feste non sono come quelle passate e che, sebbene si fossero guadagnati il meritato riposo lontano dalle scuole, la stessa scuola si era riaffacciata prepotentemente nelle loro vite con le stesse identiche fattezze: porte grandi e bianche, soffitti altissimi e disegni sbiaditi sui muri. Ma i bambini reagiscono, colgono tutto, lo sconforto dei genitori, lo scoraggiamento, ma anche la loro voglia di riscatto per rimontare la china e riprendersi il proprio futuro.
“Ribadiamo che la scelta di occupare la scuola è stata l’ultima ratio di un percorso che si era prefigurato diversamente – dichiara l’Unione Inquilini Messina – Ci ha sconcertato l’irremovibilità della Giunta che, tramite un comunicato di alcuni giorni addietro,dissociandosi da questo atto di ribellione, respingeva la richiesta di allaccio di luce ed acqua nonostante la presenza nell’edificio di otto bambini,ieri si aggiunta una coppia in difficoltà con un bambino di tre anni! Ci sembrò per un attimo di essere tornati nella Roma antica, con i provvedimenti a titolo punitivo “aquae et igni interdictio”.
Inoltre riteniamo sleale bollare come impaziente chi ha occupato, anche perché vogliamo ricordare che le situazioni delle tre famiglie hanno un carattere emergenziale e che gli sgomberi e gli sfratti che pendevano sulle loro teste sarebbero già stati eseguiti in questi giorni.
Quindi di pazienza ce n’è stata tanta, ed è stata messa a dura prova in questi mesi da rinvii, dichiarazioni contrastanti e poca chiarezza.
L’assemblea pubblica sul diritto alla casa svoltasi il 28 dicembre al Salone delle Bandiere e, più in generale il percorso di lotta hanno sbloccato in parte la situazione con l’impegno assunto da parte dall’Assessore Mantineo,unico rappresentante della Giunta presente, di allacciare la luce e l’acqua(ad oggi è stata allacciata solo la luce). Nondimeno persiste un fatto a nostro avviso preoccupante, ovvero l’approssimazione da parte di questa Amministrazione con cui gestisce l’emergenza abitativa,con il pericolo del tutto evidente che questo fenomeno possa essere governato dalle “mani esperte” della criminalità con l’ausilio di favoritismi istituzionali”.
Riportiamo gli interrogativi sviluppatesi nell’assemblea da cui l’unione degli inquilini attende delle risposte:
- L’Amministrazione ha pubblicamente invitato le famiglie a lasciare l’edificio per iniziare i lavori di ristrutturazione, ma ad oggi risulta che a nessuna Ditta siano stati affidati i lavori per la ristrutturazione. Inoltre, avendo anni fa proprio il Comune modificato la destinazione urbanistica, a quale uso la si vuole adibire una volta ristrutturata?
- Al netto della confusione che quest’amministrazione ha trasmesso circa l’utilizzo di codesta struttura (prima si è parlato di centro socio-culturale,poi di biblioteca,un luogo di culto e adesso di struttura per l’emergenza abitativa), perché la Ex Donato è ancora inserita tra i beni da (s)vendere nel piano triennale di alienazione e valorizzazione 2013-2015, con valore stimato di 346.000€ (Visibile dal sito istituzionale del Comune)?
- Perché l’amministrazione non prende in considerazione l’ipotesi avanzata dagli stessi occupanti di contribuire attraverso pratiche di auto recupero alla ristrutturazione dell’immobile,conferendo pertanto alle stesse pratiche e ai suoi “attori” un grande valore sociale, di partecipazione alla cosa comune e sviluppando così un attaccamento alla comunità?
“Vorremmo che la Giunta – conclude il comunicato – avviasse una programmazione sulla questione casa e come primo passo salutiamo positivamente la scelta di aver inserito nel Bilancio Previsionale la somma di € 100.000 nel biennio 2014-2015 per la morosità incolpevole,mostrando cosi l’intenzione di lavorare sulla piaga degli sfratti. Ci aspettiamo conseguentemente a questa scelta un censimento serio sugli alloggi comunali e privati sfitti e l’istituzione della Commissione graduazione sfratti prevista dal comma 5 dell’art.6 del decreto legge n°102 del 31 agosto 2013”.