Intendiamo soffermarci su alcuni fatti precisi compiuti in questi giorni dall’amministrazione Accorinti e che definiamo “improvvisazioni”. Corriamo anche il rischio che il collega Lucio D’Amico ci possa accusare di essere degli artiglieri artefici di “fuoco amico”. Ed allora è bene fare una premessa che vale per il presente e per l’immediato futuro. Ritengo che nella gran maggioranza del movimento dal basso che ha promosso e sostenuto la candidatura alternativa di Accorinti a sindaco non vi siano stati ne vi siano in atto interessi particolari o di gruppi di potere.
Le critiche vanno fatte perché sono il sale della democrazia e tutti coloro che hanno sostenuto la candidatura volevano un sindaco che ascoltasse il “movimento politico” (con varie anime e sensibilità) che intendeva “cambiare Messina dal basso”.
Tutte le critiche costruttive che vengono dal movimento non sono quindi “fuoco amico” ma “correzione fraterna”. E tale correzione va fatta ed è un atto di vera e propria democrazia.
Mentre nella città associazioni culturali prestigiose ( non nate come i funghi per questuare denaro pubblico ) rischiano di chiudere perché quasi mai sostenute nel passato dalle pubbliche amministrazioni e oggi cassate dal “rivoluzionario” Crocetta, sin dall’inizio del nuovo anno ( la notte di S. Silvestro ), il sindaco e il suo delegato alla cultura hanno bruciato ( secondo notizie di stampa ) ben 23 o 25 mila euro per un evento effimero e poco significante. Con i soldi spesi la notte di Capodanno, le associazioni in questione avrebbero potuto promuovere iniziative culturali di alto livello per un intero anno.
A suo tempo Accorinti ha criticato, come tanti altri della sua area politica, la buzzanchiana “notte della cultura”. E certamente ha fatto bene. Ma quella della notte di Capodanno è stata una grande “improvvisazione”.
La stessa cosa possiamo dire per le iniziative nei quartieri (vecchia storia!) con la spesa di ben 9 mila euro a pioggia ( tentazioni nazional-popolari!).
Ha ragione quindi il presidente della quarta circoscrizione che ha anche ricevuto i voti di “Cambiamo Messina dal basso”, nel criticare la delibera dell’amministrazione della vigilia di Natale. Anche questa “scelta innovativa” può essere definita una improvvisazione che nulla ha a che fare con il programma di politica culturale che era stato elaborato dal basso prima della campagna elettorale e in seguito ( non si comprende per responsabilità di chi) è stato vanificato.
Altra improvvisazione ci sembrano le nomine, fatte dall’amministrazione Accorinti per il consiglio di amministrazione del teatro.
Intanto tutto è venuto dall’alto e niente dal basso. Tante persone che avevano titoli politici e culturali per essere impegnati nella rinascita del nostro teatro non hanno partecipato alla “presa in giro” ( oggi evidente ) della presentazione burocratica e tecnocratica dei cosiddetti “curricula”.
Il sindaco avrebbe potuto e dovuto nominare i vari componenti sulla base del suo discernimento politico e tenendo conto del suo programma per la cultura a Messina e ascoltando il suo “movimento” politico. Anche la politica culturale, come altri settori dell’amministrazione,, richiede delle scelte e non si fonda sul qualunquistico “vogliamoci bene”.
A Messina esistono, nei vari settori della cultura, tantissimi talenti e tanti gruppi di eccellenza. Ma esiste anche una subcultura di provincia e vi è pure tanta paccottiglia pseudo culturale.
Abbiamo il dubbio che nelle recenti scelte accorintiane abbiano pesato discutibili pressioni di parti politiche che stavano e stanno da un’altra parte rispetto al progetto di “Cambiamo Messina dal basso”. Altro che fuoco amico, si tratta di legittima difesa!
Anche in questo caso vi è stata tanta improvvisazione e, dopo questo inaspettato atto di teatro, il teatro ne sentirà le conseguenze in negativo.
I giudizi si esprimono sul “fare” dei politici e, per la verità, siamo un po’ stanchi e delusi per i discorsi altisonanti sulla democrazia che poi non trovano riscontro nella realtà dei fatti politici. (PANTENO su nuovosoldo.it)