Il Partito Socialista dei Siciliani interviene sulla sostanza politica del voto con cui l’Assemblea Regionale Siciliana, con 33 voti a favore e 32 contrari, ha momentaneamente “sprofondato” il disegno di legge del Governo Crocetta che prorogava di sei mesi il commissariamento delle Province, nella prospettiva di abolire questi Enti entro il 30 giugno 2014.
“È stato un duro colpo politico, checché ne dica il Presidente Crocetta, alla credibilità della maggioranza parlamentare che sostiene il suo Governo – si legge in un comunicato – Tuttavia, come è normale che sia, Crocetta, a uova rotte, prova ora a minimizzare la portata dello scacco parlamentare . Parla di “forti resistenze al cambiamento in vasti settori dell’Assemblea” e prova ad accreditare l’idea che vi sia solo uno strisciante, limitato o interessato malpancismo parlamentare alla base di questa “sconfessione” parlamentare. Sarà vero? In questa fase la sua priorità è comunque rincuorare le sue eterogenee “truppe” assembleari e se possibile, ampliare la sua maggioranza cercando nuovi “consensi” nel Parlamento Siciliano. I tempi per porre rimedio al “patatrac” sono relativamente brevi e occorrerà tutta l’intraprendenza di Crocetta per far rientrare la fronda.
Noi Socialisti Siciliani del Partito Socialista dei Siciliani (PSdS) – prosegue la nota – ritornando al merito specifico della questione, riteniamo, invece, il voto dell’ ARS un ‘occasione di chiarezza riguardo all’abolizione delle province regionali (che erano e restano , istituzionalmente, cosa ben diversa nella sostanza dalle province del resto d’Italia) ed in particolare sull’eliminazione, tout court, dei consigli provinciali elettivi. L’abolizione dei consigli provinciali elettivi è, a ben vedere, ad oggi, l’unico reale portato di questa “riforma”. Si è infatti parlato di risparmi, di ergonomizzazione dei servizi tutti temi rimasti, concretamente, nel dibattito politico ma senza significative ricadute concrete.
L’unico effetto è stato e sarà , dunque, in concreto, il taglio degli spazi di democrazia rappresentativa, che come sempre in questi casi finisce per danneggiare le classi meno abbienti e i gruppi politici d’opposizione. E’ dunque evidente – concludono i socialisti – che siamo stati, siamo e saremo ancora contrari a una simile riforma che sembra avere, in concreto, gli effetti, di una CONTRO-RIFORMA, dato che aggredisce, volenti o no, gli spazi di democrazia rappresentativa. Ben comprendiamo che il Governo ed il Presidente Crocetta si adopereranno per chiudere velocemente l’imbarazzante questione, dubitiamo, tuttavia, che possano tacere il vulnus democratico che ne conseguirà e che con le loro scelte arrecheranno, in concreto, alla democrazia in Sicilia”.