Da oggi nasce a Messina il Movimento per il Diritto Alla Casa, costituito da Unione Inquilini Messina insieme alle famiglie di sfrattati, C.U.B., Rifondazione comunista Messina, Teatro Pinelli Occupato. Nasce con un’azione forte e destinata a scatenare un dibattito politico e sociale in città: l’occupazione, da parte di tre famiglie, della ex scuola di Paradiso “Pietro Donato”, ribattezzata “Casa Paradiso”.
“Oggi nella prima mattinata abbiamo occupato la ex scuola di Paradiso “Pietro Donato” – rivendicano gli attivisti – La rabbia, l’esasperazione, nonché un profondo sentimento di riscossa di tre famiglie di sfrattati e dei loro numerosi bimbi, ci hanno condotto tutti verso questa scelta obbligata.
L’Amministrazione Comunale che inizialmente si era resa disponibile ad una sistemazione d’emergenza e soprattutto in tempi brevi, ha disatteso gli impegni assunti mostrando indecisione e irrisolutezza attraverso snervanti rinvii e temporeggiamenti. Se non avessimo utilizzato lo strumento dell’occupazione le famiglie avrebbero passato il Natale in mezzo ad una strada.
Tuttavia – scrivono gli attivisti – riteniamo auspicabili ulteriori confronti con questa Giunta (alla quale va riconosciuta di essersi resa disponibile per un blocco degli sfratti generalizzato) con la quale ribadire le nostre proposte per fronteggiare la crisi abitativa non piu’ attraverso misure emergenziali, ma attraverso un piano casa che affronti alla radice i problemi storici di questa città.
La crisi dell’abitazione, aggravata fortemente dalla situazione economica nazionale, investe varie categorie sociali ( disoccupati, sottosalariati, precari, giovani coppie, disabili, pensionati, migranti …) sottoponendole ad una pressione ai limiti della sopravvivenza. Per questo non possiamo esitare e attendere soluzioni dall’alto che troppo spesso sono inghiottite da pastoie burocratiche, mala gestione ed incompetenza gestionale .
Riteniamo che questa prima occupazione per il diritto all’abitare sia un passo fondamentale per intraprendere un percorso di mobilitazioni cittadine da cui scaturiscano nuove politiche abitative che mettano al centro il bisogno primario della casa come diritto inalienabile e non piu’ considerato come un “servizio sociale” o peggio come oggetto di scambio. Intendiamo intraprendere anche un percorso che permetta di riprendere il patrimonio comunale esistente attraverso pratiche di autorecupero, perché non possiamo pensare di appesantire questa città con altre colate di cemento, fonte di profitto per pochi, e soprattutto per bloccare la tendenza nazionale alla svendita dei patrimoni pubblici, che invece rappresentano indubbiamente una fonte di ricchezza per tutta la comunità”.
Il 25 dicembre dalle 21 si terrà la prima cena autogestita alla “Casa Paradiso Occupata” : le famiglie invitano tutti a partecipare e “contribuire a costruire insieme una città di diritti”.
Intanto nel pomeriggio si è tenuta un’assemblea pubblica, mentre domani è previsto un incontro con l’assessore ai Servizi Sociali Mantineo, per discutere al meglio delle questioni messe in campo e sulla necessità di misure d’emergenza per non far rimanere le famiglie in mezzo alla strada.
Solidarietà al movimento è stata espressa da Rosario Duca, Presidente di Makwan Arcigay Messina: “Il diritto alla casa alla pari di ogni altro diritto non può essere demandato,posticipato o ancora peggio negato o lasciato in sordina in quanto si tratta della dignità e della salvaguardia della salute dei cittadini che si sono trovati sfrattati per la qualsiasi ragione. Scuole, palestre e quant’altro, lasciate in stato di abbandono, sono un bene comune della collettività e quando non svolgono più il ruolo per cui sono state costruite, non vanno lasciate all’incuria ed abbandono ma restituite con funzione sociale alla collettività”.
(nella foto una delle madri che hanno occupato)