A dispetto delle loro mansioni sono stati poco “vigili” sul rispetto dei doveri con il fisco, che hanno cercato di eludere attraverso il fallimento di una società, mentre ne stavano impinguando un’altra. Artifizi contabili scoperti dalla Guardia di Finanza che ha posto fine alla sistematica sottrazione di denaro e beni da parte dei fratelli Sebastiano e Antonino Messina, rispettivamente di 52 e 56 anni, raggiunti da due ordinanze di custodia cautelare – una in carcere e una agli arresti domiciliari – per bancarotta fraudolenta.
Le indagini, coordinate dal Procuratore Aggiunto, Ada Merrino, e dal Sostituto Procuratore, Fabrizio Monaco, hanno preso le mosse dall’indagine sul fallimento della New Vigile Peloritano S.r.l., dichiarato il 25 agosto 2011 dal Tribunale di Messina.
Gli accertamenti eseguiti hanno confermato che la società fallita veniva gestita da Sebastiano Messina in qualità di amministratore, dal fratello Antonino, direttore amministrativo, dal padre di questi, Rosario Messina, che a sua volta era già stato amministratore della Vigile Peloritano S.r.l. (società dichiarata fallita in precedenza).
Dalle ricostruzioni contabili è emerso che parte delle somme pagate dai clienti per i servizi di vigilanza di cui avevano usufruito venivano stornate a favore degli amministratori, e solo una parte degli incassi affluiva nelle casse aziendali, alterando nei bilanci, le voci relative al costo per i dipendenti, una spesa che risultava superiore rispetto a quella effettivamente sostenuta e accertata dal controllo delle buste paga degli stessi.
Grazie a questo artificio contabile, dal 2007 al 2010, i fratelli Messina hanno attuato la distrazione di ricavi aziendali, rappresentando passività inesistenti volte a coprire gli ammanchi di cassa quantificati in oltre 400.000 euro.
Secondo quanto emerso dalle indagini, è stata effettuata una distrazione di beni della New Vigile Peloritano in favore della Folgore Vigilanza S.r.l., società appositamente creata per far confluire le residue attività dell’impresa ormai “decotta”. Il procedimento — secondo gli inquirenti — è stato lo stesso di quello attuato in passato tra la Vigile Peloritano s.r.l. e la New Vigile Peloritano.
L’A.G. ha inoltre contestato ai responsabili il ricorso al credito mediante l’uso di fatture false nonché il mancato versamento dell’Iva.
Il gip Giovanni De Marco, oltre alle misure cautelari personali, ha anche disposto il sequestro preventivo dei saldi dei rapporti bancari o postali degli arrestati e degli altri indagati, per ciascun indagato fino alla concorrenza di 400.172,85 euro. Infine, dal controllo fiscale effettuato nei confronti della New Vigile Peloritano, sono risultate imposte evase per oltre un milione di euro
In carcere è finito Sebastiano Messina, mentre per il fratello Antonino sono stati disposti gli arresti domiciliari.