“Il Teatro Vittorio Emanuele sta morendo”. Il grido d’allarme è della Fistel Cisl che intende riproporre all’attenzione cittadina l’emergenza cultura in una città senza spazi culturali. “Un’agonia lenta vissuta nella confusione di norme regionali e senza il supporto di contributi economici – sostiene la Fistel – con l’aggravante di creare false illusioni nel personale precario”.
Il caso, per la Federazione della Cisl, è quello dei professori d’orchestra per i quali è obbligatorio mantenere un accantonamento di somme del 20%. “Ma è assurdo pensare ciò con i fondi regionali all’Ente ridotti a importi pressoché ridicoli e insufficienti a garantire un dignitoso livello qualitativo e quantitativo degli anni scorsi”, sostiene la Fistel. Il problema evidenziato dal sindacato riguarda soprattutto la progettualità e lo sviluppo del Teatro nell’ottica di continuare a produrre opere liriche e mantenere i contributi del Fondo Unico dello Spettacolo, fondo nazionale a cui attingono tutti gli Enti che producono opere liriche.
“Come si fa a prospettare ai dipendenti precari, come sarte e tecnici di palcoscenico, un lavoro continuativo o in pianta organica se non sussistono più le condizioni per allestire opere liriche? E’ illogico pensare allo sviluppo di un Ente senza preliminarmente organizzare e strutturare il personale esistente riconoscendo l’equiparazione dei dipendenti ai ruoli regionali secondo quanto previsto dalla legge 10/2000”.
La Fistel-Cisl chiede a tutte le parti in causa una concreta percezione della situazione attuale delle gravi difficoltà economiche in cui versa la Regione Sicilia, senza strumentalizzazioni di sorta cavalcando ipotesi irrealizzabili al solo scopo di una visibilità mediatica.
“Bisogna chiarire anche quali sono i numeri reali dell’Ente che ha 63 dipendenti a tempo indeterminato, dei quali 29 amministrativi. Altri numeri sono falsità e rendono distorta la realtà, anche se è chiara la strategia, con affermazioni ingannevoli e false, di delegittimare il personale a tempo indeterminato”.
Un affondo, la Fistel-Cisl lo riserva anche al Presidente dell’Ente. “E’ grave il ritardo con cui non si sta ancora provvedendo a realizzare i cartelloni, penalizzando gravemente il Teatro. La mancata nomina dei direttori artistici non può essere una scusante e quindi chiediamo al Presidente dell’Ente di provvedere immediatamente per consentire al Teatro Vittorio Emanuele di perseguire il proprio fine istituzionale. Purtroppo prendiamo atto che, per noi, in un momento in cui non c’è tempo da perdere o per improvvisare, il Presidente non è adatto al ruolo istituzionale che gli è stato assegnato dal sindaco. E – conclude la Fistel – rispediamo al mittente qualsiasi accusa lanciata dal Presidente su presunte mancanze da parte dei lavoratori, imputabili semmai alla ‘improvvisata’ gestione e alla mancata organizzazione dei reparti, come più volte lamentato dagli stessi dipendenti. Quindi piuttosto che affermare che ‘tutti devono lavorare per l’apertura del sipario’ dovrebbe prima accertarsi di chi fa cosa, così capirebbe che non siamo in presenza di esuberi ma semplicemente in assenza di una valida strutturazione e di questo non sono certo colpevoli, né essere colpevolizzati, i dipendenti”.