La notizia è di quelle lette sotto l’ombrellone, ma resta attualissima e si ripetono gli stessi identici termini che abbiamo sentito e riportato ininterrottamente fino ad oggi: urgenza è quella che potremmo considerare in assoluto parola chiave. Ovviamente l’oggetto del contendere è la Tares. Sì, proprio del contendere. Perchè nonostante in estate fosse già pressante l’approvazione delle delibere in merito, a breve Babbo Natale porterà anche il suo di sacco -è verosimile che quest’anno sarà pieno di immondizia e non di regali, data la situazione- e ancora non si è arrivati ad un punto, per cui vai con i litigi.
L’amministrazione parla di errori di comunicazione che avrebbero causato un misunderstanding tra i due atti relativi; il consiglio comunale, dal canto suo, se la prende con la giunta. Nei fatti, ciò che possiamo dirvi è che oggi si è arrivati al 3° tempo di lavori in aula con oggetto la famigerata delibera. Emendamenti, ritiri, consultazioni, dibattiti infiniti hanno accompagnato questo calvario fino ad ora e, ieri, si è ripreso a discutere di modifiche da apportarvi. Per ciascuna va sentito il parere del dirigente e poi i consiglieri passano ai voti le proposte. Voi direte: rapido e indolore! E no, l’esatto opposto. Il civico consesso martedì sera è rimasto in riunione fino a tardi: ironicamente potremmo immaginare un’azione sovversiva della Presidenza per boicottare la visione della Champions League, ma qualcuno degli uomini in aula ci aveva sussurrato che avrebbe seguito tutto sull’iPad…potenza di SkyGo! Che sia vero o meno non ci è dato sapere.
Oltre venti le modifiche proposte, alcune delle quali quasi speculari, a testimonianza di opinioni e intenti spesso identici. E’ stato ad esempio il caso dei “vicini” Zuccarello (Progressisti Democratici) e Santalco (Felice per Messina). Quest’ultimo era assente stamani ma presentissimo, anche se nascosto sotto un enorme giaccone, ieri, causa influenza incombente. “Sto male ma l’importanza della delibera m’imponeva di essere qui!”. Ah, lo stoicismo della cara vecchia scuola!
Oggi la musica che risuona è la medesima: altri emendamenti, altri dibattiti. Ovviamente alla platea viene prima proposto un minimo di talk show, che non manca mai.
Inizia il cons. Trischitta con il suo fare pacato e sempre dentro le righe (non ce ne si voglia per una punta di ironia).
Il capogruppo Pdl si scaglia contro l’amministrazione, rea di essere poco prolifica: “abbiamo recepito atti solo da 7 assessori su 8”, tuona. La sostanza del suo intervento, rivolto all’ass. Mantineo presente in Sala, suona più o meno così: è mai possibile prendiate 3.800,00 euro al mese -stiamo parafrasando-, senza produrre lavoro e poi siamo noi-i consiglieri-a passare per quelli che non fanno niente?
Infatti la questione d’immagine, in questo tiepido mercoledì -“the day after ODP report”-,sembra preoccupare un po’ tutti: quello che riporta la stampa, ciò che pensano erroneamente i cittadini. Improvvisamente il cruccio diventa la cosiddetta opinione pubblica (è cosa buona e giusta, per carità) e dunque ci permettiamo di suggerire un adeguamento ai “tempi moderni” e lasciare il via libera a queste dirette streaming delle sedute di consiglio, cosicchè i messinesi ,impossibilitati a presenziare fisicamente alle sedute, possano constatare l’effettivo operato dei loro rappresentati, senza filtri alcuni.
Dice la sua in merito il cons. Abbate (Dr) il quale commenta: “il nostro rapporto con la stampa è difficile e non adeguato ai giorni nostri”. Il consigliere Dr che comprende la ratio dell’intervento del collega azzurro -dissociandosi dai modi- continua :“ci sono state due rivoluzioni copernicane, bisogna prenderne atto. La città ha compiuto una svolta e forse non è stata compresa”. La “svolta” sarebbe stata l‘elezione di Bertoldo, immagine folkloristica che incarna la saggezza popolare, nella fattispecie rappresentata da Accorinti (parallelismo suo, non nostro).E di ciò sarebbe responsabile in gran parte la classe dirigente precedente. “Se poi Bertoldo srotola un drappo rosso davanti al toro, non ci dobbiamo stupire”-il riferimento è alla condotta del sindaco il 4 novembre a Piazza Unione Europea, allorquando esibiva la bandiera della pace al cospetto del gotha militare messinese-.
Altro aspetto di questa “rivoluzione” sarebbe la “fine dell’era delle vacche grasse ,in cui lo Stato rimpinguava le casse delle amministrazioni, per sopperire alle carenze dei bilanci, alimentate da innumerevoli consulenze e sprechi”. L’obiettivo è dunque quello di far capire a chi sta fuori da palazzo che “il consenso c’era; ma se ne stava nascosto per paura del senso comune -cita Manzoni–. E dobbiamo avere il coraggio di guardare in faccia la realtà e fronteggiare situazioni che scontiamo, che sono frutto di un retaggio del passato e che dobbiamo affrontare, adeguandoci ad un’epoca nuova”. Clap clap clap. Il discorso è bello ma non è chiaro quanto sia condiviso dagli altri.
In riferimento all’exploit animoso ma sempre coerente di Trischitta, è David (Pd) a specificare che “questa è la reazione di chi è accusato ingiustamente. A noi interessa che la città sappia che molti odg sono proposti da noi. Lavoriamo moltissimo nelle commissioni”, precisa “tranne qualcuno. E la prossima volta faccio i nomi”.
Ma chi depotenzia il ruolo dell’Aula? Stando al cons. Sturniolo (CMdB): “I consigli comunali dalla normativa nazionale vigente sono sempre più destituiti d’ importanza.
Perchè cosi poche delibere? Perchè i processi di verticalizzazione sono bypassati. L’ amministrazione da quest’ aula ci passa tanto, sono le norme che ci buttano fuori, relegandoci al ruolo di chi deve assumersi la responsabilità di massacrare i cittadini. Noi oggi approviamo la Tares (magari! Aggiungiamo noi) e ce ne vergogniamo. Ma ci viene imposto”. E conclude il suo intervento (dal basso) con un: “le nostre diatribe sembrano un modo per ritagliarci un pezzetto di territorio, atto a darci una ragion d’essere politica”.
Amadeo (Il Megafono …?) aggiunge il suo contributo al simposio: “volendo, possiamo identificare nella politica l’origine di tutti i mali ma la responsabilità politica è come quella penale, ossia personale e individuale.
Assistere a dibattiti stucchevoli, spesso legati a ideologia massimalista retrodatata, credo sia una perdita di tempo. Ci vuole un giusto equilibrio dei poteri. Nessuno si può chiamare fuori dallo stato comatoso in cui verte questa città, comprese magistratura, università,…” etc etc etc… Giusto, apprezzabile ma ahinoi, ad ora, di responsabilità non ne ha assunte nessuno, men che meno si son notati in giro per Messina capi cosparsi di cenere e verosimilmente quel giorno non arriverà mai!
Voi ora vi starete chiedendo dov’è la parte dell’articolo sulla Tares: semplicemente non c’è! Perchè, ad oggi, il consiglio stava ancora discutendo gli emendamenti presentati e per ciascun emendamento ci sono cinque minuti a testa per i capigruppo -o colleghi- per esprimere opinioni che suffraghino la dichiarazione di voto. Capirete bene che non basta una vita così. Ma è il regolamento e alla Presidenza tocca farlo rispettare,anche se genera lungaggini tediose. Non temete, prima o poi -entro “breve”, per forza!- si arriverà a mettere la parola fine alla faccenda.
Dal canto nostro, non possiamo che accogliere il malcontento di chi ha giustamente mostrato serie difficoltà a votare emendamenti sui quali i pareri dei diversi dirigenti, a 20 ore l’uno dall’altro, sono risultati assolutamente antitetici, creando una confusione infinita tra i consiglieri. Così come, però, non possiamo esimerci dal chiedere se tutto questo tempo impiegato ad approfondire temi estremamente importanti -non diciamo il contrario- non rischi di essere perso, visto che nel 2014 la Tarsu dovrebbe lasciare il posto alla Trise (grottesca crasi tra Tasi e Tari che indica una volutamente equivoca fusione tra un’IMU 3.0 e la tassa sui rifiuti).
Se tra un paio di mesi tutto dovrà essere ridiscusso -e per un paio intendiamo un paio– ci domandiamo perché “tanto rumore per nulla”. Qualcuno comprende la situazione e ritira l’emendamento, qualcun altro lo difende a spada tratta, come se facesse la differenza. A pensar male si fa peccato, è vero, ma tra chi teme che i pareri dirigenziali possano esser frutto di posizioni preconcette, per sostenere la condotta inconsistente della giunta, e chi lamenta un ostruzionismo eccessivo di consiglieri troppo zelanti portatori sani di modifiche e proposte, c’è anche chi si chiede se questi denari costituiti da gettoni di presenza, straordinari da pagare al personale (perchè se il consiglio prende il via alle 17 e si chiude alle 23 passate è chiaro che i dipendenti vanno pagati adeguatamente, no?) non potrebbero essere risparmiati da un Comune su cui, appena un anno fa, si era manifestato il nuvolone del default. Ricordate? Quando si insediò il commissario Croce che per questo impose un’austerità che aveva quasi del montiano? Ecco. E, tanto per dire, sembra strano che nessuno abbia fatto notare in aula che, forse, questa delibera avrebbe dovuto portare una data relativa al suo periodo di amministrazione. O il regolamento sui rifiuti era, ed è, una questione politica? Fatto sta che il consiglio si è aggiornato a domani per il 4°atto. (ELEONORA URZI’)